Apprendistato e contratto di inserimento
A cura della redazione

Il D.Lgs. n. 276 del 2003 ha ridisegnato e innovato profondamente i contratti con contenuto formativo, in adempimento a reiterate sollecitazioni della Comunità Europea e del contesto economico e produttivo, nell'intento di attuare un raccordo più organico ed efficiente tra il mondo del lavoro e quello dell'istituzione e della formazione professionale.
In particolare, il Legislatore delegato ha delineato un modello di apprendistato diverso e ben più articolato del "vecchio" contratto (disciplinato dalla L. 25/1955 e successive modifiche) e ha introdotto per la prima volta il contratto di inserimento che ha sostituito, di fatto, il contratto di formazione e lavoro.
La tecnica legislativa è stata alquanto sintetica, fissando solo gli elementi essenziali dei nuovi contratti con contenuto formativo e rinviando per il resto alla normativa regionale e sindacale (anche in una logica di federalismo e decentramento normativo), prevedendo altresì un periodo transitorio di coesistenza tra il "vecchio" e il "nuovo" regime.
Tale articolato iter normativo (in itinere da quasi tre anni, e non ancora concluso) si è temporalmente incrociato con la complessa riforma del sistema dell'istruzione (L. 53/2003, c.d. "Legge Moratti" e successivi Decreti attuativi) e con la riforma costituzionale dei poteri dello Stato (c.d. Legge sulla devolution) che ha trasferito alla Regioni molte competenze dello Stato, anche in materia di formazione professionale.
Ne è nato un variegato e complesso sistema normativo, chiamato a disciplinare i nuovi istituti contrattuali che ormai stanno iniziando ad essere stipulati in varie Regioni e in molti comparti di contrattazione collettiva.
L'Autore, a distanza di quasi tre anni dal D.Lgs 276/2003, inquadra sistematicamente la nuova disciplina del contratto di apprendistato (muovendo dal "vecchio" apprendistato, tuttora in fase di applicazione transitoria) e del contratto di inserimento con ampi rimandi alla Dottrina che si è occupata della materia e alla giurisprudenza formatasi sui vecchi contratti a contenuto formativo (che inevitabilmente condizionerà anche l'interpretazione dei nuovi istituti), non senza richiamare per gli aspetti connessi la recente normativa sulla riforma del sistema costituzionale e scolastico.
Segue poi un'ampia ricognizione della legislazione regionale, delle circolari ministeriali, e della contrattazione collettiva (riportata ampiamente in appendice) onde fornire al lettore anche la specifica e dettagliata normativa di riferimento.
Ne è scaturito una sorta di "testo unico" aggiornato dei nuovi contratti a contenuto formativo con sicura valenza teorica ma anche con indubbia utilità pratica e applicativa.
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