CFL: 30 milioni di euro all'Italia per il mancato recupero delle agevolazioni
A cura della redazione

La Corte di Giustizie UE, con la sentenza 17/11/2011 n.C-496/09, ha inflitto una multa molto salata all’Italia pari a 30 milioni di euro, che si aggiunge a quella prevista per ogni giorno di ritardo, per non aver proceduto nei termini al recupero delle agevolazioni concesse alle imprese che hanno assunto giovani con il CFL, prima che quest’ultimo fosse abolito dalla Riforma Biagi.
Si chiude così il lungo iter giurisprudenziale iniziato oltre un decennio fa con la decisione della Commissione europea n.2000/128/CE e con la stessa Corte di giustizia UE (sentenza 1°/04/2004 causa C-99/02) che avevano bocciato la disciplina italiana sui CFL e con cui avevano imposto all’Italia di recuperare dalle aziende beneficiarie le agevolazioni contributive di cui avevano fruito per l’assunzione di giovani con il contratto di formazione e lavoro ai sensi della L863/1984.
Secondo la Commissione UE gli sgravi contributivi, che in casi particolari potevano arrivare al 100%, avevano la natura di aiuti di Stato e come tali violavano la disciplina della concorrenza. Secondo l’Unione Europea per poter rientrare nei termini dovevano essere collegati ad assunzioni di giovani fino a 25 anni (30 se laureati, 32 se disoccupati da almeno un anno), ovvero alla trasformazione del CFL in contratto di lavoro a tempo indeterminato sempre che dalla trasformazione si realizzava un incremento netto di occupazione.
Poiché la normativa italiana non rispettava queste condizioni, l’Italia avrebbe dovuto recuperare le somme indebite dalle imprese. Questo non è avvenuto. Quindi adesso l’Italia dovrà versare una sanzione a forfait pari a 30 milioni di euro a cui si aggiungono le sanzioni pecuniarie per ogni semestre di ritardo (pari a 22 milioni di euro circa) dovute fino a quando non verrà completato il recupero dei benefici presso le imprese.
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