CNA: Le regioni sblocchino l'applicazione delle norme sull'apprendistato
A cura della redazione
Segnaliamo un commento tratto dal sito internet www.cna.it sulla nuova normativa disciplinante l'apprendistato. "Il nuovo apprendistato va applicato subito!". E' questo l'appello del comparto artigiano dopo l'emanazione della circolare del ministero del lavoro secondo la quale i contratti collettivi nazionali di lavoro che disciplinano l'istituto devono attendere la regolamentazione delle regioni.
Uno stop di fatto, dicono le pmi artigiane, che impedisce la piena e immediata applicazione dell'apprendistato. Uno strumento, questo, che in base alla legge Biagi, è diventato l'unico contratto di lavoro a contenuto formativo presente nel nostro ordinamento. «Se è vero che la stessa legge Biagi allarga in modo sostanziale sia le tipologie di apprendistato (diritto/dovere, professionalizzante, alta formazione) sia il campo di intervento (29 anni di età e sei anni di durata)», spiega Enrico Amadei responsabile del dipartimento relazioni sindacali della CNA, «va registrato che, a un anno dall'entrata in vigore della nuova normativa, tutto questo non è ancora di fatto applicabile». La circolare 40/2004, infatti, afferma con chiarezza che i nuovi limiti di età dell'apprendista non si considerano applicabili fino alla piena operatività dell'istituto con l'emanazione delle normative regionali. «Non possiamo che prendere atto di questa interpretazione», chiarisce Amadei, «sottolineando però che una lettura meno formale della legge Biagi, avrebbe permesso la piena e immediata applicazione dell'apprendistato a seguito delle intese raggiunte dalle rappresentanze di categoria». Secondo la CNA, tra l'altro si sarebbe potuto evitare una possibile entrata in vigore dell'istituto a macchia di leopardo e una serie di problemi applicativi derivanti dalla concorrenza fra regioni limitrofe e dalla presenza di molte imprese operanti su un territorio che copre più regioni. «Restiamo convinti perciò», insiste Amadei, «che vada riconfermato il ruolo delle parti sociali nella regolamentazione di una materia che è da sempre affidata alla contrattazione collettiva». In quanto alla gradualità della retribuzione, anch'essa affrontata dalla circolare, il giudizio degli artigiani è positivo. «Non a caso la CNA, fin dallo scorso anno, ha avuto una posizione fortemente contraria a un inquadramento appiattito degli apprendisti su un livello predeterminato», chiarisce Amadei. Discorso a parte va fatto sul tema della formazione. La circolare rinvia l'argomento alla regolamentazione regionale. «Va evitato però il rischio di. una forte proceduralizzazione della formazione, che penalizzerebbe le piccole e piccolissime imprese producendo risultati contraddittori», spiega Amadei. Secondo l'associazione artigiana le pmi potrebbero risultare sfavorite rispetto alle imprese più strutturate per ragioni tecniche. Come per esempio, la minore disponibilità di locali idonei, di personale dedicato e così via. «Occorre fare in modo che l'apprendista si trovi nelle condizioni di imparare veramente il proprio mestiere», continua Amadei, «il percorso formativo non può essere solo un momento in cui si privilegia l'aspetto burocratico e il conseguimento di un'attestazione. Se così fosse l'istituto fallirebbe il suo scopo principale». In attesa dell'uscita della regolamentazione in tutte le regioni, il mondo produttivo e sindacale ha deciso di organizzarsi. Sono, infatti; in discussione delle linee guida in tema di contratto di: apprendistato, proprio per trovare soluzioni positive in tempi rapidi. «In questo modo sia le imprese sia i lavoratori daranno un impulso positivo all'applicazione di questa legge, evitando contraddizioni e garantendo un decollo della normativa. su tutto il territorio nazionale», conclude il responsabile del dipartimento relazioni sindacali della CNA.