Commissione UE: ok alla direttiva contro il lavoro nero offerto agli irregolari
A cura della redazione
La Commissione europea, ha adottato il 16/05/2007, una proposta di direttiva che rivede e inasprisce il regime sanzionatorio applicato ai datori di lavoro che occupano in nero stranieri privi di un regolare permesso di soggiorno. Il testo della direttiva per produrre effetti dovrà essere ora approvato da Consiglio e dal Parlamento europeo e, in caso di via libera, recepito dalla legislazione di tutti gli stati membri. In particolare secondo la proposta di direttiva, i datori di lavoro devono verificare prima dell'assunzione che il cittadino straniero sia titolare di un permesso di soggiorno al fine di evitare eventuali sanzioni, a meno che i documenti del lavoratore straniero non risultino manifestamente falsi. Le sanzioni di tipo amministrativo colpiscono le imprese, ma anche i singoli cittadini, come i datori di lavoro domestico. Oltre al pagamento di multe è previsto il pagamento delle spese di rimpatrio, dei salari e dei contributi arretrati. E' previsto inoltre che gli stati membri possano scegliere di escluderle per cinque anni da appalti, aiuti e finanziamenti pubblici, compreso l'accesso ai fondi europei, e costringerle a restituire quelli già incassati nei dodici mesi precedenti alla verifica dell' infrazione. E' prevista inoltre la chiusura, temporanea o permanente, degli stabilimenti. Nei casi più gravi l'impiego di lavoratori irregolari diventa un reato e scattano le sanzioni penali. La direttiva individua quattro situazioni: - infrazioni ripetute (almeno tre in due anni), - impiego di un numero significativo di clandestini (almeno quattro), - condizioni di particolarmente sfruttamento, - consapevolezza da parte del datore di lavoro che i clandestini sono vittime della tratta di esseri umani. Nei casi di sfruttamento più grave potrà inoltre esser rilasciato all'immigrato che collabora alle indagini contro il datore di lavoro un permesso di soggiorno, come avviene per le vittime della tratta.