Il Parlamento Europeo con la direttiva 2010/41UE del 7 luglio 2010 (Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea DEL 15.7.2010) ha esteso ai lavoratori autonomi e ai loro conviventi il diritto al congedo di maternità.
La direttiva, volta a tutelare la protezione della maternità delle lavoratrici autonome e volta a migliorare la situazione dei coniugi dei lavoratori autonomi dovrà essere attuata dagli Stati Membri entro il 5 agosto 2012, salvo deroghe speciali in caso di comprovate difficoltà nell’attuazione della stessa.
La nuova disposizione europea si rivolge ai seguenti soggetti:

-    Lavoratori autonomi, vale a dire chiunque eserciti, alle condizioni previste dalla legislazione nazionale, un’attività lucrativa per proprio conto;
-    I coniugi di lavoratori autonomi o, se e nella misura in cui siano riconosciuti dal diritto nazionale, i conviventi di lavoratori autonomi non salariati né soci, che partecipino abitualmente, alle condizioni previste dalla legislazione nazionale, all’attività del lavoratore autonomo, svolgendo compiti identici o complementari.

La direttiva, in particolare, afferma che gli Stati Membri devono adottare tutte le misure necessarie a garantire, alle lavoratrici autonome, alla coniugi e alle conviventi, un’indennità di maternità sufficiente che consenta interruzioni nell’attività lavorativa in caso di gravidanza per almeno 14 settimane.
I medesimi stati possono decidere se concedere tale indennità su base obbligatoria o volontaria.
La direttiva chiarisce, inoltre, che l’indennità in questione è ritenuta sufficiente se assicura redditi almeno equivalenti a:

-    L’indennità che la persona interessata otterrebbe in caso di interruzione delle sue attività per motivi connessi al suo stato di salute; e/o
-    La perdita media di reddito o di profitto in relazione ad un periodo precedente, comparabile, entro i limiti di un eventuale massimale stabilito dalla legislazione nazionale; e/o
-    Qualsiasi altra indennità concessa alla famiglia prevista dalla legislazione nazionale, entro i limiti di un eventuale massimale stabilito dalla legislazione nazionale.