Regolamento welfare: criteri differenziati per categorie di dipendenti
A cura della redazione

L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 5E/2018 ha precisato che l’espressione “categorie di dipendenti” non va intesa soltanto con riferimento alle categorie previste nel codice civile (dirigenti, operai, etc.), bensì a tutti i dipendenti di un certo tipo (ad esempio, tutti i dipendenti di un certo livello o di una certa qualifica, ovvero tutti gli operai del turno di notte ecc.), purché tali inquadramenti siano sufficienti ad impedire, in senso teorico, che siano concesse erogazioni ad personam in esenzione totale o parziale da imposte. In sostanza ciò che deve essere evitato è che le somme ed i servizi previsti nel piano welfare costituiscano vantaggi solo per alcuni e ben individuati lavoratori, escludendo tutti gli altri.
Premesso quanto sopra, appare legittimo, all’interno di un regolamento welfare in cui sono distinte le categorie quadro, impiegato e apprendista, prevedere un’anzianità presso l’azienda differente per ogni categoria (ad esempio: per i quadri non viene richiesta alcuna anzianità, mentre per gli apprendisti si richiede una anzianità di almeno 4 mesi).
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