“L’estate sta arrivando”… ti stai preparando ?
A cura della redazione

Con l’estate alle porte, il caldo estremo si conferma una minaccia crescente per la salute e la sicurezza dei lavoratori. La mancanza di normative, espone milioni di persone a rischi evitabili, soprattutto nei settori più vulnerabili. Da più parti, si chiede una direttiva che stabilisca limiti di temperatura, valutazioni obbligatorie del rischio e piani di gestione del calore. In un contesto di cambiamenti climatici sempre più intensi, soprattutto nell’area mediterranea, è urgente un’azione coordinata e preventiva per proteggere chi lavora.
Cosa tratta :
Mentre nella celebre serie Il Trono di Spade l’inverno era la minaccia incombente, oggi, nella realtà della salute e sicurezza italiana, è l’estate a far paura. E non solo per le vacanze che tardano ad arrivare, ma per i rischi concreti che il caldo estremo comporta per milioni di lavoratori. Con temperature sempre più elevate e ondate di calore sempre più frequenti, il cambiamento climatico sta trasformando l’ambiente di lavoro in un campo minato per la salute. E la domanda sorge spontanea: siamo davvero pronti ad affrontare l’estate?
Da più parti, associazioni datoriali e sindacali comprese, è stato lanciato un appello forte e chiaro: serve una direttiva europea che protegga i lavoratori dagli effetti del caldo estremo. Non è la prima volta viene sollevato il problema, ma oggi la questione è diventata urgente.Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), :
- Oltre 2,4 miliardi di lavoratori nel mondo sono esposti a temperature eccessive.
- In Europa, si parla di circa 130 milioni di lavoratori.
- In Italia sono oltre 11 milioni di lavoratori
E non si tratta solo di chi lavora all’aperto: anche ambienti chiusi, come cucine industriali, lavanderie o fabbriche, possono diventare vere e proprie fornaci e comprende agricoltura, edilizia, logistica, industria manifatturiera e servizi, dove l’esposizione prolungata a temperature elevate può causare gravi rischi per la salute.
Non solo colpi di calore: i rischi sono molti di più
Quando si parla di caldo sul lavoro, spesso si pensa solo ai casi più gravi, come i decessi. Ma il problema è molto più ampio. Il caldo può causare una lunga serie di disturbi: dallo stress termico alla sincope, dai crampi muscolari ai danni renali, fino a patologie cardiovascolari e malattie croniche. E non dimentichiamo l’ecoansia, un fenomeno crescente in particolare tra i più giovani, che l’Agenzia Europea per la Sicurezza sul lavoro (EU-OSHA) ha già identificato come rischio emergente.
Inoltre, alcuni lavoratori sono più vulnerabili di altri: anziani, donne in menopausa, persone con patologie pregresse e/o incurabili. Serve quindi un approccio che tenga conto delle differenze individuali e delle specificità dei vari settori.
Normative disomogenee: un’Europa a due velocità
Oggi, le normative in materia di protezione dal caldo sul lavoro non sono armonizzate tra i vari Stati membri. Alcuni Paesi, come la Spagna e la Grecia, hanno iniziato a introdurre misure specifiche, ma altri restano privi di tutele adeguate. Questo crea un’Europa a due velocità, dove la sicurezza dei lavoratori dipende dal codice postale.Una direttiva europea rappresenterebbe quindi non solo una risposta concreta al cambiamento climatico, ma anche uno strumento per garantire equità e protezione uniforme a tutti i lavoratori dell’Unione.
La proposte attualmente in atto, mirano ad introdurre norme chiare e vincolanti. Tra le misure richieste:
- Definizione di limiti con delle temperature massime accettabili per il lavoro, adattate ai diversi contesti;
- Valutazioni obbligatorie del rischio da calore, con strumenti scientifici come l’indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature);
- Piani di gestione del calore, per reagire tempestivamente alle allerte meteo;
- Formazione e informazione dei lavoratori, per riconoscere i sintomi e sapere come comportarsi anche in termini di idratazione, alimentazione, vestiario, ecc;
- Diritto alla sospensione del lavoro in caso di rischio imminente;
- Sorveglianza sanitaria mirata, per i soggetti più esposti.
- Il tutto seguendo il principio STOP: Sostituire, Tecnica, Organizzazione, Protezione individuale.
Oltre il caldo
Il caldo non è l’unico fenomeno climatico che minaccia la salute nei luoghi di lavoro. Anche siccità, alluvioni, incendi e tempeste hanno un impatto diretto sulla sicurezza dei lavoratori. È quindi fondamentale che le politiche europee in materia di salute e sicurezza sul lavoro si evolvano per affrontare in modo sistemico tutti i rischi legati al cambiamento climatico. Le previsioni climatiche indicano che la regione mediterranea sarà tra le più colpite dall’aumento delle temperature. Per l’Italia, ciò significa che i rischi per la salute dei lavoratori diventeranno sempre più gravi e difficili da gestire. È quindi indispensabile adottare un approccio proattivo e coordinato, anziché limitarsi a reagire alle emergenze.
L’estate non è più solo una stagione: è diventata una sfida per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ignorare il problema significa esporsi a rischi evitabili. È tempo di passare dalle parole ai fatti, perché il caldo non aspetta.
Indicazioni operative
Temperature critiche: Rischio elevato per la salute quando la temperatura supera i 35 °C, soprattutto in presenza di umidità elevata o attività fisica intensa.
Settori più a rischio: Agricoltura, Edilizia, Logistica e trasporti, Industria manifatturiera, Servizi (ristorazione, lavanderie, cucine industriali)
Misure di prevenzione secondo il principio STOP:
Sostituzione/eliminazione del rischio: evitare attività nelle ore più calde, cambio orari
Tecniche: Installazione di aree ombreggiate o raffrescate, ventilazione.
Organizzative: turni flessibili, pause frequenti, idratazione obbligatoria.
Protezione individuale: abbigliamento traspirante, dispositivi refrigeranti.
Misure di prevenzione e protezione:
- Monitoraggio sanitario per i soggetti vulnerabili.
- Formazione su rischi e comportamenti corretti.
- Diritto alla sospensione del lavoro in caso di rischio imminente.
- Possibilità di accesso alla protezione sociale/cassa integrazione in caso di interruzione dell’attività.
Box di Approfondimento: cosa dice la legge
La Direttiva Quadro 89/391/CEE rappresenta il pilastro della normativa europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Essa stabilisce i principi generali di prevenzione, protezione, informazione, formazione e partecipazione dei lavoratori. Ogni Stato membro è tenuto a recepire questi principi nella propria legislazione nazionale .
In Italia, la direttiva è stata recepita inizialmente con il D.Lgs. 626/1994, poi confluito nel Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008), che resta il riferimento normativo principale.Il riferimento principale ad oggi è l’art. 18 Obblighi del datore di lavoro e del dirigente quando al comma c cita espressamente:
c) nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza;
Tuttavia, non esiste ancora una normativa specifica sul rischio da caldo estremo, e le misure adottate variano da regione a regione o da settore a settore.
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