5 idee per misurare ciò che conta davvero nella sicurezza
A cura della redazione

Misurare la sicurezza significa indirizzare le energie dove contano: indicatori proattivi, KPI SMART, uso consapevole della piramide della sicurezza, coinvolgimento di tutta l’azienda e tecnologie EHS semplici da usare. Con metriche chiare e cultura partecipativa, la prevenzione diventa un vantaggio competitivo: meno fermi, più qualità e un lavoro più sicuro per tutti.
Cosa tratta :
Quando la sicurezza funziona, funziona anche il business. Meno infortuni significano
- Più continuità operativa,
- Qualità costante,
- Clienti soddisfatti,
- Margini più solidi.
Il punto è uno: stai misurando davvero ciò che conta? E le tue metriche ti aiutano a prevenire. E’ ora di smettere di contare solo gli eventi a posteriori. Proviamo a ragionare su cinque strategie concrete per allineare i KPI di salute e sicurezza agli obiettivi d’impresa, trasformando i dati in decisioni e risultati.
1) Sposta il focus sui leading indicators
Le organizzazioni misurano già bene i “lagging” (es. giorni di assenza, tasso di incidenza, infortuni registrabili). Utili, ma arrivano sempre dopo. Gli indicatori proattivi aiutano invece a evitare l’evento.
Near miss (mancati infortuni) : Segnalarli riduce i rischi futuri. Funziona se: ogni segnalazione è analizzata, si identificano cause e si implementano azioni correttive con scadenze, responsabili e verifica di efficacia.
Osservazioni di sicurezza (comportamentali e operative) : Concentrati su mansioni a rischio elevato, attività non routinarie e processi nuovi. Scomponi il lavoro in pochi passi e osserva “sul campo”:
- Scivolamenti/cadute possibili?
- Coinvolgimenti con parti in movimento?
- Esposizioni a polveri/fumi/vapori?
Da qui nascono misure preventive mirate.
Esempi di indicatori proattivi utili
- Tasso di near miss per 100 lavoratori;
- % azioni correttive chiuse nei tempi;
- Tempo medio di chiusura (lead time) per audit/ispezioni;
- % formazione critica completata;
- Numero di “safety walk” dei manager;
- Controlli pre-avvio e lockout/tagout verificati.
Si possono inoltre registrare, non solo con le persone, ma anche con l’ausilio di tecnologie intelligenti (anche su veicoli, carrelli, macchine) che possono intercettare comportamenti rischiosi prima che diventino incidenti. Il punto non è “controllare”, (non solo) ma imparare e prevenire, rispettando sempre regole su privacy e tutele dei lavoratori (vedi box normativo – cosa dice la legge).
2) Definisci KPI SMART (Specifici, Misurabili, Accessibili, Rilevanti, Temporizzati)
La differenza tra misurare e migliorare è tutta qui.
- Specifici: chiarisci esattamente cosa misuri (es. “% audit critici chiusi entro 30 giorni”).
- Misurabili: sempre con un numero, una formula, un’unità.
- Accessibili: sfidanti ma realistici, basati su dati storici.
- Rilevanti: legati a obiettivi di business (continuità, qualità, costi).
- Temporizzati: con una scadenza e confrontabili (mese su mese, anno su anno).
Esempi pratici
- “Ridurre del 20% i near miss ripetitivi su linee A-B entro fine anno”.
- “Chiudere il 90% delle azioni correttive critiche entro 30 giorni”.
- “Completare il 100% della formazione obbligatoria entro 60 giorni dal ruolo”.
Rimane cruciale la visibilità e la comunicazione: un cruscotto in tempo reale aumenta la partecipazione e la responsabilità condivisa. Grandi numeri, ottime analisi condivise tra pochi eletti, in riunioni segrete o quasi, non accresceranno la cultura della sicurezza. E’ una delle differenze più grandi tra la sicurezza italiana e quella europea. Non abbiamo ancora imparato a comunicare i dati, ed a rendere partecipi i lavoratori, di analisi e risultati (anche negativi perché no). Vedi anche il punto 4.
3) Usa la piramide della sicurezza con criterio
Pensa alla più famosa delle piramidi della sicurezza, chissà quante migliaia di volte l’hai già vista in mille forme e colori:
- Alla base ci sono sempre comportamenti insicuri, rischi e near miss;
- Poi incidenti lievi;
- In cima quelli gravi.
L’idea (nota anche come triangolo di Heinrich/Bird) è che gestire la base riduce la punta. È un modello nato da osservazioni del vecchio secolo, ma non una legge fisica. Abbiamo visto però negli ultimi cinquant’anni, che usandolo come bussola anche per indirizzare le risorse dove secondo i numeri c’è prevenzione e formazione si ottiene più effetto (base e “zona medio-bassa”). Il tutto logicamente, senza abbassare la guardia su rischi a bassa frequenza ma alta severità, che rimangono focus importanti.
4) Coinvolgi tutta l’organizzazione
La cultura non si delega. Cambiare (finalmente) il modo di approcciare la sicurezza in azienda, non significa per forza di cose buttarsi in manifestazioni artistiche e spettacoli di vario genere (con tutto il rispetto del caso). Il problema rimane nel capire la reale efficacia delle scelte effettuate, anche se coraggiose. Esistono invece, una serie di tecniche codificate, che ottengono da anni risultati concreti e dimostrabili.
- Leadership visibile: dirigenti e preposti presenti nei “safety walk”, coerenti con le regole.
- Feedback loop: canali semplici per segnalare rischi/near miss; risposta rapida; comunicazione chiara sulle azioni adottate.
- Rinforzo positivo: riconoscimenti pubblici a team e persone che migliorano la sicurezza (non “premi a infortunio zero”, che possono disincentivare le segnalazioni).
- No blame, learning culture: gli errori diventano casi di apprendimento condiviso.
Coinvolgere significa anche ascoltare chi lavora: spesso le soluzioni migliori nascono in reparto. E’ necessario programmare visite e colloqui, che non sono sopralluoghi e controlli, ma più semplicemente monitoraggi alla ricerca di nuove soluzioni, dettate da chi passa 40 ore alla settimana (da anni) in quella postazione.
5) Sfrutta la tecnologia (senza complicare la vita)
I registri cartacei e i fogli di calcolo non reggono il passo. Le piattaforme EHS integrano dati, automatizzano i flussi e portano sul campo procedure, SDS, check-list e formazione tramite app.
Cosa cercare in un software EHS
- Ispezioni e audit digitali;
- Workflow con assegnazione e scadenze;
- Gestione incidenti e near miss con analisi cause radice;
- Formazione (catalogo, scadenze, tracciamento, attestati);
- Informazione ai lavoratori tramite app mobile.
- Documentazione centralizzata (DVR, DUVRI, istruzioni, SDS) e rintracciabile;
- Analytics e dashboard fruibili da mobile.
- Gestione appaltatori, visite mediche, cartelle sanitarie.
Se impieghi DPI smart, sensori, telecamere o algoritmi per intercettare comportamenti a rischio, progetta il sistema con privacy by design, coinvolgi RLS e IT, e rispetta le regole su controlli a distanza (vedi sotto).
Dalla metrica al risultato: come si vede il valore
Un’azienda manifatturiera del milanese nel corso di questo 2025, in difficoltà nel tracciare incidenti e nel coinvolgere il personale, vedendo aumentare i tassi di infortunio, ha investito e digitalizzato con software HSE. Sono stati impostati KPI realmente smart (vedi punto 2) ed hanno iniziato a misurare i tempi di chiusura delle azioni correttive.La nuova visibilità ha attivato la leadership; i lavoratori, vedendo che le segnalazioni portavano a interventi rapidi, hanno aumentato la partecipazione.Risultato: meno anomalie ripetitive, migliore affidabilità produttiva e indicatori di qualità più stabili. (La miglior chiusura possibile per questo articolo).
COSA DICE LA LEGGE
- D.Lgs. 81/2008: il datore di lavoro deve effettuare la valutazione di tutti i rischi e redigere/aggiornare il DVR; attuare misure di prevenzione e protezione; organizzare formazione, informazione e addestramento (artt. 36–37); garantire la sorveglianza sanitaria ove prevista (art. 41); fornire DPI; consultare e coinvolgere RLS/RLST (artt. 47–50).
- Gestione e controllo: l’art. 30 riconosce i modelli di organizzazione e gestione (SGSL) coerenti con le linee guida e con ISO 45001 come strumenti efficaci ai fini esimenti.
- Registrazioni e comunicazioni: obbligo di comunicazione telematica all’INAIL degli infortuni oltre i tre giorni; tenuta e aggiornamento della documentazione di sicurezza pertinente.
- Appalti e interferenze: valutazione dei rischi da interferenze e predisposizione del DUVRI (art. 26), con coordinamento e informazione ai fornitori.
- Controlli a distanza e tecnologie: l’uso di strumenti dai quali derivi la possibilità di controllo a distanza dei lavoratori è regolato dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori (L. 300/1970) come modificato: servono accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro; restano fermi i principi del GDPR (minimizzazione, finalità, trasparenza, sicurezza dei dati).
- Near miss: non sono espressamente obbligatori, ma la loro gestione è raccomandata nelle buone prassi e nei sistemi di gestione per alimentare il miglioramento continuo.
Suggerimento pratico: collegare i KPI di sicurezza al SGSL e alla pianificazione annuale; le misure di prevenzione documentate possono contribuire alla riduzione del premio assicurativo INAIL secondo i meccanismi di oscillazione per prevenzione.
INDICAZIONI OPERATIVE
- Allineamento strategico : Mappa gli obiettivi di business (continuità, qualità, costi) e traduci ciascuno in 2–3 KPI di sicurezza. Definisci una “top 10” di rischi prioritari con criteri di severità e probabilità. KPI SMART e formule
- Imposta target trimestrali e annuali con baseline storica : Standardizza definizioni (es. indice di frequenza = infortuni × 1.000.000 / ore lavorate; indice di gravità = giorni persi × 1.000 / ore lavorate).
- Per i leading: near miss per 100 addetti, % azioni chiuse entro SLA, tempo medio di chiusura, numero di safety walk, % formazione critica on time.
- Processi e responsabilità : Disegna workflow per segnalazioni, incidenti, audit e gestione azioni (con ruoli, scadenze, escalation). Inserisci una verifica di efficacia post-azione (ad es. 30/60 giorni).
- Tecnologia HSE : Seleziona una piattaforma con app mobile, incident management, audit digitali, formazione e analytics. Integra con HR/turni per automatizzare scadenze formative e idoneità. Prevedi privacy by design e data retention policy; coinvolgi DPO/RLS.
- Cultura e competenze : Pianifica safety walk mensili di dirigenti e preposti con checklist breve. Adotta momenti di confronto (“toolbox talk”) mirati ai rischi specifici. Premia comportamenti sicuri e l’efficacia delle segnalazioni, non l’assenza di infortuni.
- Appalti e supply chain : Qualifica i fornitori su requisiti HSE; verifica DUVRI e coordinamento. Allinea i KPI HSE dei fornitori a quelli aziendali e monitora l’andamento.
- Reporting e revisione : Cruscotti mensili e review trimestrale con direzione; analisi cause-radice sugli eventi ricorrenti. Lezioni apprese condivise e aggiornamento del piano di prevenzione.
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