Accertamenti fiscali 2011: le istruzioni operative per contrastare le evasioni
A cura della redazione

L’Agenzia delle entrate, con la circolare 18/05/2011 n.21E, ha fornito ai propri uffici le indicazioni per ottimizzare le attività di prevenzione e contrasto all'evasione fiscale, al fine di affinare l'analisi del rischio, affinché l’accertamento venga effettuato su posizioni realmente caratterizzate da un alto quoziente di pericolosità.
Una valutazione del rischio inappropriata può, infatti, portare a contestazioni che non pagano lo sforzo messo in campo; l'indirizzo è focalizzare l'analisi sui comportamenti evasivi che, per loro natura, si prestano ad essere sistematicamente reiterati (ad esempio, l'omessa contabilizzazione di una parte dei ricavi conseguiti).
Le verifiche avranno come destinatari le consuete tipologie soggettive: grandi contribuenti, imprese di medie dimensioni e piccole imprese e lavoratori autonomi oltre agli enti non commerciali, onlus e le società cooperative. Particolare attenzione verrà dedicata al settore agricolo.
Per quanto riguarda in particolare i grandi contribuenti, le novità di maggior rilievo consistono nel fatto che l’adesione al regime degli oneri documentali deve essere in specie considerata nell’ambito dell’attività di tutoraggio, ai fini della graduazione del rischio di evasione/elusione quale indice di trasparenza e collaborazione nei rapporti con l’amministrazione finanziaria.
Un’altra novità riguarda le disposizioni contenute nell’art. 35 del DL 78/2010 che hanno introdotto un nuovo procedimento di accertamento nei confronti dei soggetti che aderiscono al regime del consolidato nazionale .
L'analisi del rischio è il punto di partenza dei controlli anche per le imprese di medie dimensioni. Se gli elementi di rischio risultano equivalenti, vanno privilegiati nella selezione i seguenti criteri: assenza di controlli negli ultimi 4 anni e presenza di perdite sistemiche.
Tra i soggetti che verranno sottoposti agli accertamenti rientrano anche le imprese di minori dimensioni e i lavoratori autonomi
L’intenzione dell’Agenzia è quella di destinare una quota crescente di controlli ai lavoratori autonomi, sfruttando le indagini finanziarie quale modalità istruttoria e indirizzare gli accessi brevi, prevalentemente, alla verifica della veridicità dei dati dichiarati ai fini dell'applicazione degli studi di settore, del rispetto degli "obblighi strumentali" e della regolarità del personale impiegatizio. Inoltre fatti salvi specifici indizi di evasione.
Particolare attenzione verrà dedicata ai controlli delle cooperative. Attività che va condotta dando la precedenza, in relazione alle realtà produttive locali, alle società operanti nei settori di attività che presentano maggior pericolo di evasione e/o di elusione, come le cooperative edilizie di abitazione, le cooperative di produzione e lavoro che operano nei settori dei servizi sanitari e sociali, delle pulizie, delle telecomunicazioni, eccetera.
Profili di rischio specifico sono rappresentati dalla persistenza di crediti Iva, da perdite che denotano situazioni apparentemente antieconomiche, da evidenti incoerenze degli indicatori gestionali (ad esempio, il costo del lavoro rispetto ai ricavi di vendita).
Infine, un occhio di riguardo va prestato, nell'ambito dei soggetti operanti nel settore agricolo, agli agriturismi, laddove le informazioni in possesso degli uffici evidenzino la possibile esistenza di vere e proprie imprese commerciali di ristorazione e alberghiere.
delle verifiche fino a raggiungere quota 40mila. A questo proposito, va data la massima priorità ai casi di forte sperequazione tra elementi che evidenziano una "certa" capacità contributiva e redditi dichiarati, evitando di avviare controlli che portino alla contestazione di un maggior reddito di ammontare esiguo.
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