Anche gli studi professionali possono ricorrere alla CIG in deroga
A cura della redazione

Il Consiglio di Stato, con l’ordinanza 11 marzo 2015, ha accolto il ricorso avanzato da Confprofessioni, sospendendo gli effetti del DM 1°/08/2014, che aveva escluso gli studi professionali dai soggetti autorizzati a ricorrere alla cassa integrazione in deroga.
La questione è stata rimessa al TAR del Lazio dopo che questo il 12 dicembre u.s. si era già espresso in merito rigettando l’istanza di sospensiva richiesta da Confprofessioni.
Invece, il Consiglio di Stato, che ha condiviso la tesi di Confprofessioni secondo cui il decreto interministeriale, nel restringere i beneficiari della cassa in deroga solo agli imprenditori definiti ai sensi dell’art. 2082 c.c., non ha tenuto conto dei vincoli comunitari in materia di definizione di impresa, generando così una situazione discriminatoria nei confronti dei dipendenti dei liberi professionisti.
La sospensione diventa quindi doverosa dato che se la stessa non venisse adottata comporterebbe l’effettiva e grave compromissione dell’attività economica del comparto in questione e dei livelli occupazionali da questi assicurati.
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