INAIL, in attesa della relazione annuale, analizza i numeri provvisori di infortuni, decessi e malattie professionali, rilevati alla data dello scorso 31 dicembre

 

Cosa tratta?

È stata recentemente pubblicata nella sezione “Open data - Dati e tabelle con cadenza mensile” l’ultima delle dodici rilevazioni mensili dei casi di infortunio sul lavoro denunciati all’Istituto.

Le denunce di infortunio presentate all’Inail tra gennaio e dicembre 2023 sono state 585.356, in calo rispetto alle 697.773 del pari periodo 2022 (oltre 112mila casi in meno, pari a -16,1%). Il decremento è dovuto quasi esclusivamente al notevole minor peso dei casi Covid-19 (circa 111mila nel 2022, meno di 6mila nel 2023, casi sempre rilevati al 31 dicembre di ciascun anno).

Ciò premesso, i dati nel complesso (quindi a lordo dei contagi) rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale che il calo del 16,1% è la sintesi di un -19,2% dei casi avvenuti in occasione di lavoro (passati dai 607.806 del 2022 ai 491.165 del 2023) e di un +4,7% (da 89.967 a 94.191) di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro.

Nel 2023 i decessi sul lavoro denunciati e rilevati al 31 dicembre, sono stati 1.041, pari al -4,5% (49 vittime in meno) rispetto ai 1.090 del 2022 rilevati al 31 dicembre di quell’anno. Il calo è inferiore in termini percentuali a quello registrato per gli infortuni in complesso (-16,1%) ma quest’ultimo è fortemente condizionato dal crollo delle denunce di infortunio da contagio per Covid-19 tra i due anni, mentre i contagi letali sul lavoro si erano già quasi azzerati nel 2022: al netto dei decessi da Covid-19 la riduzione dei casi mortali resta comunque alta (di poco oltre il 4%).

Per i casi mortali in occasione di lavoro ad aumentare sono state le denunce in Agricoltura (7 decessi in più) e nel Conto Stato (5 casi in più, oltretutto tra gli studenti) mentre nell’Industria e servizi si registrano 3 casi in meno.

La tendenza delle malattie professionali mostra un incremento del 19,7% fra le 72.754 denunce ricevute nel periodo gennaio-dicembre 2023 e le 60.774 ricevute nel periodo gennaio-dicembre 2022. Il notevole aumento registrato, seppure debba ancora essere considerato provvisorio, può trovare giustificazione in diverse cause. In parte, è dovuto al termine definitivo della situazione emergenziale della pandemia che ha interessato gli anni 2020 e 2021. Durante questo periodo, infatti, le misure restrittive adottate dal Governo hanno portato alla sospensione delle attività di molte aziende con conseguente diminuzione della esposizione al rischio. Anche la limitazione degli spostamenti e il sovraccarico di lavoro delle strutture del SSN hanno reso più difficile l’accesso agli uffici preposti alla ricezione delle denunce. Per quest’ultimo motivo, può sembrare plausibile pensare ad un recupero di denunce presentate tardivamente.

La gestione assicurativa maggiormente interessata dal fenomeno è l’Industria e Servizi che nel 2023, con 60.591 casi, ha raccolto l’83,3% del totale delle denunce in aumento del 20,7% rispetto a dicembre 2022 (erano 50.185). Le 11.500 denunce in Agricoltura rappresentano il 15,8% del totale (10.041 l’anno precedente, +14,5%), mentre il Conto Stato ne conta 663 con la quota più piccola pari allo 0,9% (548 nel 2022, +21,0%). Dal punto di vista del genere, nel 2023, il 73,7% delle patologie denunciate sono riferibili ai maschi in sostanziale stabilità rispetto al 2022.

Analizzando il fenomeno in base alla classificazione Icd-10, le patologie che più frequentemente vengono riferite nelle denunce, in linea con il 2022, continuano ad essere quelle del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo.

 

Quando entra in vigore?

Report pubblicato il 6 febbraio 2024.

 

Indicazioni operative

Il riepilogo di fine anno confronta, quindi, i dati del periodo gennaio-dicembre 2023 (con aggiornamento al 31.12.2023) con quelli dello stesso periodo del 2022 (rilevati il 31.12.2022) fotografando, pur nella provvisorietà dei numeri, la tendenza del fenomeno.

I dati mensili del biennio 2022-2023 (rilevati al 31 dicembre di ciascun anno) differiranno da quelli annuali che saranno poi comunicati in occasione della relazione annuale dell’Istituto con rilevazione al 30.04.2024 per ciascun anno del quinquennio 2019-2023, dati che evidentemente avranno avuto un intervallo di tempo più lungo per il loro consolidamento rispetto a quelli mensili.

La diffusione dei dati annuali è prevista nella sezione “Open data - Dati e tabelle con cadenza semestrale” che, oltre alle denunce, contiene anche le informazioni sugli esiti delle definizioni (positivi, negativi e in istruttoria.

Il confronto tra i dati delle denunce mensili (provvisori) e quelli annuali (consolidati) è, pertanto, sempre sconsigliato a causa delle diverse date di aggiornamento.

I dati con cadenza mensile delle denunce di infortunio (comprese quelle con esito mortale) e di malattia professionale sono disponibili, a livello nazionale e regionale, nella sezione Open data con una duplice veste: attraverso tabelle in formato “pdf”, nove report per gli infortuni in complesso, nove per i casi mortali e cinque per le malattie professionali e attraverso dei dataset statistici con dati elementari anonimizzati relativi al singolo caso (in vari formati “csv”, “xml” e “rdf”), corredati da metadati, vocabolario e thesaurus.