Dal 1° gennaio 2026 le aziende essenziali e importanti dovranno segnalare tempestivamente gli incidenti informatici secondo la Direttiva NIS2. Obblighi stringenti, scadenze precise e sanzioni milionarie impongono un cambio di passo nella gestione della cybersecurity, con responsabilità dirette anche per i dirigenti. Cybersecurity e salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sembrano mondi lontani, ma non lo sono.  Una sfida che intreccia sicurezza digitale e tutela di impianti, macchinari e lavoratori.

Cosa tratta :

Dal prossimo 1° gennaio entra in vigore un cambiamento cruciale per la sicurezza digitale delle imprese: l’obbligo di segnalazione degli incidenti informatici previsto dalla Direttiva NIS2. Una normativa che non riguarda solo il mondo IT, ma che avrà impatti diretti sull’organizzazione aziendale, sulla governance e persino sulla responsabilità personale dei dirigenti.

La Direttiva NIS2, adottata dall’Unione Europea, mira a rafforzare la resilienza dei settori considerati essenziali o importanti per il funzionamento dello Stato e dei servizi critici. Parliamo di energia, trasporti, sanità, infrastrutture digitali, ma anche di aziende che forniscono servizi fondamentali per la catena di approvvigionamento. In sintesi: chi gestisce dati sensibili o sistemi strategici non potrà più permettersi di sottovalutare un attacco informatico.

Cosa cambia per le aziende

Le imprese classificate come “soggetti NIS” dovranno adottare un approccio proattivo e trasparente nella gestione degli incidenti. Non basta più intervenire internamente: la segnalazione agli organismi competenti diventa obbligatoria e scandita da tempistiche precise.Gli step principali:

  1. Notifica preliminare entro 24 ore dall’identificazione di un incidente significativo.
  2. Notifica completa entro 72 ore, con dettagli sull’impatto e sulle misure adottate.
  3. Report finale entro un mese, contenente analisi approfondita e azioni correttive.

Queste scadenze impongono alle aziende di avere procedure chiare, personale formato e strumenti tecnologici in grado di rilevare e classificare rapidamente gli eventi critici.

Sanzioni e conseguenze

La mancata segnalazione non è una semplice dimenticanza: può costare caro. Le sanzioni amministrative sono pesanti e proporzionate alla gravità dell’inadempienza.Soggetti essenziali: fino a 10 milioni di euro o il 2% del fatturato mondiale annuo.Soggetti importanti: fino a 7 milioni di euro o l’1,4% del fatturato globale annuo. Ma non è tutto. Sono previste misure correttive obbligatorie, audit forzati, restrizioni operative e, nei casi più gravi, la sospensione di autorizzazioni o certificazioni. Inoltre, la normativa introduce un elemento di forte impatto: la responsabilità personale dei vertici aziendali. In caso di negligenza grave, i dirigenti possono essere chiamati a rispondere in prima persona.

Perché è una svolta anche per la sicurezza sul lavoro

Cybersecurity e salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sembrano mondi lontani, ma non lo sono. Un attacco informatico che blocca sistemi di controllo industriale, impianti di produzione o dispositivi di sicurezza può generare rischi fisici immediati per i lavoratori. La protezione dei dati e delle infrastrutture digitali diventa quindi parte integrante della prevenzione aziendale.

COSA DICE LA LEGGE

  • Direttiva NIS2: obbligo di segnalazione per soggetti essenziali e importanti.
  • Tempistiche: 24 ore per la notifica preliminare, 72 ore per quella completa, 1 mese per il report finale.
  • Sanzioni: fino a 10 milioni di euro o 2% del fatturato per soggetti essenziali; fino a 7 milioni o 1,4% per soggetti importanti.
  • Conseguenze aggiuntive: ordini vincolanti, audit, restrizioni operative, sospensione di autorizzazioni.
  • Responsabilità personale dei dirigenti in caso di negligenza grave.


INDICAZIONI OPERATIVE

  1. Integrare la cybersecurity nel DVR: valutare i rischi derivanti da attacchi informatici che possono impattare sulla sicurezza fisica.
  2. Aggiornare le procedure di emergenza: prevedere scenari di blocco dei sistemi critici.
  3. Formare il personale: sensibilizzare su phishing, accessi non autorizzati e comportamenti sicuri.
  4. Collaborare con l’IT: creare un flusso di comunicazione immediato tra sicurezza informatica e sicurezza sul lavoro.
  5. Verificare la continuità operativa: predisporre piani di backup e ripristino per evitare interruzioni che possano generare rischi.
  6. Monitorare e testare: simulazioni periodiche di incidenti per valutare tempi di risposta e coordinamento.