Esigenze speciali invisibili e piani di evacuazione: il rischio nascosto nei luoghi di lavoro
A cura della redazione

Molti piani di evacuazione aziendali ignorano le persone con esigenze speciali non visibili, esponendo una parte significativa dei lavoratori a rischi evitabili. Un approccio inclusivo, con formazione, attrezzature adeguate e feedback continuo, può colmare questo divario e garantire la sicurezza di tutti.
Cosa tratta :
La norma è cambiata nel 2021, prima si parlava di disabilità, ora si ragiona sulle esigenze speciali. Il concetto oltre ad essere meno discriminante ha anche lo scopo di allargare la platea, ad esempio a tutte le persone che temporaneamente hanno delle esigenze diverse. Ad esempio una collega in gravidanza, non è un disabile, ma una persona con esigenze speciali, ed è un tipico caso, soprattutto nei primi mesi, di invisibilità. Quando si parla di sicurezza sul lavoro, i piani di evacuazione sono spesso costruiti su presupposti standard: tutti i lavoratori sono in grado di muoversi rapidamente, seguire le istruzioni e affrontare una discesa per le scale senza difficoltà. Ma questa visione è parziale e rischiosa. Esiste una fetta significativa di lavoratori con esigenze speciali non visibili — fisiche, cognitive, sensoriali o emotive — che potrebbero trovarsi in seria difficoltà durante un’emergenza. Secondo recenti indagini, circa il 25% dei lavoratori dichiara di avere una condizione che limita le attività quotidiane, ben oltre il 4-7% stimato dalle organizzazioni. Eppure, molti di questi casi non sono segnalati formalmente, lasciando un vuoto critico nei piani di evacuazione.
Esigenze speciali nascoste: una realtà sottovalutata
Le esigenze speciali motorie sono le più evidenti, ma non le uniche :
- Disturbi dell’udito,
- Disturbi della vista,
- Disturbi dell’attenzione,
- Disturbi dell’ansia
- Disturbi psichici e/o legati a traumi
possono compromettere la capacità di reagire prontamente a un allarme. In caso di evacuazione, una persona con autismo o PTSD potrebbe bloccarsi, mentre chi ha difficoltà uditive potrebbe non percepire l’allarme. Ignorare queste variabili significa esporre una parte della forza lavoro a rischi evitabili.
Inclusività nei piani di emergenza: da obbligo a opportunità
Un piano di evacuazione efficace deve essere inclusivo, dinamico e aggiornato. Ecco alcune strategie che i responsabili HSE possono adottare:
Coinvolgimento attivo dei lavoratori: organizzare sessioni annuali aperte per raccogliere esigenze specifiche e suggerimenti. Questo approccio favorisce la trasparenza e permette di intercettare bisogni non dichiarati.
Formazione e simulazioni regolari: le esercitazioni devono coinvolgere tutti, simulare scenari realistici e testare la capacità di evacuare senza rientrare nell’edificio. Solo così si può valutare l’efficacia del piano e la reale capacità dei lavoratori.
Attrezzature accessibili: sedie e slitte di evacuazione devono essere disponibili su ogni piano, anche in edifici a un solo livello. Questi strumenti permettono di evacuare in sicurezza persone con mobilità ridotta.
Soccorritori designati e formati: dal lontano 2002 una circolare chiese che colleghi formati, potessero aiutare le persone con esigenze speciali nelle fasi evacuazione. I colleghi volontari possono supportare chi ha bisogno, dotati di dispositivi di ausilio e attrezzature di evacuazione. E’ importante pensare anche alle assenze/sostituzioni.
Sistemi di allarme multimodali: segnali visivi, vibrazioni e messaggi scritti integrano gli allarmi sonori, rendendo l’emergenza percepibile a tutti. Anche il dispositivo che tutti hanno in mano, tutto il giorno, può rilevarsi utile.
Feedback continuo: dopo ogni esercitazione, raccogliere opinioni tramite sondaggi o incontri aperti. Questo ciclo di miglioramento continuo garantisce che il piano evolva con le esigenze del personale.
Prepararsi oggi per proteggere domani : Le minacce, naturali o causate dall’uomo, sono in aumento. Prepararsi significa anche riconoscere che la disabilità non è sempre visibile. Un piano di evacuazione inclusivo non è solo una misura di sicurezza: è un segno di rispetto, responsabilità e cultura aziendale evoluta.
COSA DICE LA LEGGE
- Il D.Lgs. 81/2008 impone al datore di lavoro di garantire la sicurezza di tutti i lavoratori, inclusi quelli con esigenze speciali.
- La normativa antincendio prevede l’adozione di piani di emergenza che tengano conto delle persone con mobilità ridotta.
- Le linee guida internazionali raccomandano l’uso di dispositivi di evacuazione accessibili e la formazione di personale dedicato.
- L’inclusione nei piani di evacuazione è parte integrante delle politiche di non discriminazione sul lavoro.
INDICAZIONI OPERATIVE
- Mappare le esigenze specifiche dei lavoratori con esigenze speciali, anche non dichiarate.
- Organizzare forum annuali per raccogliere feedback e suggerimenti.
- Inserire informazioni sui piani di evacuazione nei pacchetti di onboarding.
- Dotare ogni piano di dispositivi di evacuazione accessibili.
- Formare “soccorritori” volontari con attrezzature e procedure specifiche.
- Utilizzare sistemi di allarme visivi, sonori e tattili.
- Simulare evacuazioni realistiche e inclusive almeno una volta l’anno.
- Raccogliere feedback post-esercitazione e aggiornare i piani.
- Monitorare le variazioni nella capacità fisica dei lavoratori nel tempo.
- Integrare la gestione delle esigenze speciali nei programmi di benessere aziendali.
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