Focus sugli infortuni negli stabilimenti con pericolo di incidente rilevante
A cura della redazione

INAIL pubblica un nuovo volume in cui analizza il settore “Seveso” da un punto di vista infortunistico, descrivendo la metodologia adottata per aggregare i dati e i risultati ottenuti
Cosa tratta?
L’analisi infortunistica del settore “Seveso” rappresenta un’attività consolidata del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche, finalizzata a individuare tendenze significative utili alla definizione di strategie, procedure e politiche volte a migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori impiegati in impianti soggetti al rischio di incidente rilevante. Lo studio presentato si riferisce al periodo 2017-2020, un arco temporale che segue l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 105/2015, il quale ha riformato in modo sostanziale la normativa di riferimento, configurandosi come un vero e proprio testo unico per il settore.
L’elaborazione dei dati è stata resa possibile grazie a una metodologia che si è progressivamente affinata, tenendo conto sia degli sviluppi della ricerca sia delle trasformazioni del contesto operativo. Tuttavia, va evidenziato che, a causa dell’aggregazione dei dati relativi al numero dei lavoratori, non è possibile effettuare confronti diretti tra periodi differenti. Di conseguenza, eventuali variazioni nel numero di infortuni potrebbero essere influenzate anche da cambiamenti nella consistenza della forza lavoro.
Come già avvenuto nelle analisi precedenti, i dati raccolti costituiscono una base informativa utile per approfondire la conoscenza del settore Seveso. La caratterizzazione degli infortuni consente infatti di individuare elementi distintivi e ricorrenti, offrendo un supporto concreto alle attività istruttorie e decisionali degli enti e delle istituzioni coinvolti nell’attuazione del D.Lgs. 105/2015.
Vediamo di seguito i dati ottenuti.
Il 65% degli stabilimenti con denunce di infortuni è situato nel Nord Italia, con una concentrazione del 39% nel Nord-Ovest.
La distribuzione degli infortuni nelle macroregioni per settore è così ripartita, le percentuali maggiori si riscontrano per il 35% al sud nella produzione e trasformazione di metalli e minerali, e il 56% nel nord ovest per l’industria chimica.
Per quanto riguarda le attività ATECO è la metallurgia a registrare la più alta percentuale di infortuni con il 32% del totale.
In riferimento alla distribuzione degli infortuni per fascia di età, nel settore produzione e trasformazione di metalli, l’intervallo 35-44 anni è quello che presenta il maggiore numero di infortuni, mentre per l’industria chimica, per lo stoccaggio e distribuzione e per altre si registra tale informazione nella fascia successiva 45-54 anni.
Gli infortuni più frequenti sono contusione e lussazione, distorsione e distrazione, la parte più colpita sono gli arti superiori ed a seguire gli inferiori e questo vale per tutti e quattro i settori.
Quando?
Pubblicazione del 14 luglio 2025.
Conclusioni
L’analisi degli infortuni negli stabilimenti soggetti a rischio di incidente rilevante evidenzia quanto sia cruciale mantenere alta l’attenzione sulla prevenzione e sulla gestione della sicurezza nei contesti industriali più delicati. I dati raccolti non solo permettono di individuare le aree e le attività maggiormente esposte, ma offrono anche strumenti concreti per orientare le politiche di tutela, migliorare le pratiche operative e rafforzare la formazione dei lavoratori. In un settore dove le conseguenze di un errore possono essere gravi e diffuse, investire nella conoscenza e nell’analisi sistematica degli eventi infortunistici rappresenta un passo fondamentale verso una cultura della sicurezza sempre più consapevole, efficace e condivisa.
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