I rischi degli IPA: come proteggersi
A cura della redazione

Circa 1,3 milioni di lavoratori in Europa sono esposti agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), sostanze classificate come cancerogeni del gruppo 1 dalla IARC, quindi come sostanze con forti evidenze di cancerogenità. Vediamo quali attività possono comportare esposizione e come proteggere i lavoratori coinvolti, anche sulla base del fact sheet pubblicato da EU-OSHA sul portale S.T.O.P. Carcinogens at work.
Cosa sono gli IPA
Gli IPA sono idrocarburi costituiti da anelli aromatici condensati: a temperatura ambiente si presentano come sostanze solide e sono soggetti a degradazione se esposti alla radiazione ultravioletta. Il regolamento CLP ne classifica la maggior parte nelle categorie 1A e 1B, ovvero fra le sostanze accertate come cancerogene o possibilmente cancerogene. L’esposizione risulta pericolosa e può avvenire tramite tutte le vie: inalamento, ingestione o tramite assorbimento della pelle.
Si trovano naturalmente nel carbone e nei prodotti petroliferi (particolarmente nel gasolio e negli oli combustibili) e si formano durante le combustioni incomplete.
Sono presenti nei processi produttivi di alcune attività industriali:
- Cokerie
- Produzione e lavorazione grafite
- Trattamento del carbon fossile
- Produzione e posa degli asfalti
- Produzione di gomma e pneumatici
Vengono poi emessi come prodotti di combustione di:
- motori diesel e motori a benzina
- centrali termiche alimentate con combustibili solidi e liquidi pesanti
- tabacco e sigarette
Gli IPA possono essere non intenzionalmente generati anche dall’incenerimento dei rifiuti, dallo spegnimento di incendi, da affumicatoi, cucine, impianti di cremazione, da operazioni di pulizia dei camini, bonifica dei terreni e trattamento del legno.
Si trovano inoltre spesso in edifici costruiti prima degli anni ’90, per cui possono essere esposti a polveri cancerose i lavorati che si occupano di lavori di ristrutturazione e smantellamento.
Gli effetti sulla salute
La pericolosità degli IPA si rileva soprattutto nel lungo termine: hanno infatti una bassa tossicità acuta, ma l’esposizione prolungata può causare problemi di salute molto gravi, fra cui diverse tipologie di cancro. Le patologie registrate hanno colpito il sistema respiratorio, gastrointestinale, pelle e occhi, ma vi sono anche casi di leucemia e cancro al fegato e alla vescica.
Come proteggersi
Il fatto che gli IPA possano essere generati dalla combustione di prodotti anche non cancerogeni in origine rende particolarmente complesso non solo valutarne la presenza e l’esposizione, ma anche l’eliminazione e qualsiasi misura per limitarne l’esposizione.
Laddove è possibile che queste sostanze siano già presenti in materiali che vengono trattati nell’attività lavorativa, come i bituminosi nel caso dei lavori su edifici o strade, è importante limitare il più possibile la produzione di polveri.
Che si tratti di polveri o fumi, è importante prevedere dei sistemi di aspirazione e trattamento dell'aria più vicini possibili alla fonte di emissione, per evitarne la dispersione. Le emissioni devono essere controllate periodicamente, almeno seguendo i piani previsti dalle autorizzazioni concesse dalle autorità competenti. La corretta manutenzione degli impianti di aspirazione è fondamentale per mantenerli efficienti e limitare l’esposizione nel tempo. Se non fosse sufficiente, è necessario prevedere l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (protezione delle vie respiratorie, tute, guanti resistenti alle sostanze chimiche).
I lavoratori esposti, oltre a essere riportati nel registro di esposizione, devono essere adeguatamente formati ed informati:
- Sui rischi presenti;
- Sulle misure adottate dall’organizzazione;
- Sulle procedure da seguire per ridurre l’esposizione;
- Sull’utilizzo dei DPI a disposizione, scelti dal datore di lavoro.
I lavoratori devono poi essere sottoposti a sorveglianza sanitaria, per cui sarà previsto uno specifico monitoraggio biologico all’interno del protocollo sanitario, per individuare la presenza di queste sostanze nell’organismo o i primi segnali di patologie potenzialmente connesse all’esposizione.
Ne parliamo anche in: “Nuova proposta della Commissione europea per la tutela dei lavoratori da sostanze chimiche pericolose”.
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