Il risarcimento del danno biologico può essere superiore al limite tabellare
A cura della redazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9238 del 21 aprile 2011, ha stabilito che è legittima la determinazione del risarcimento del danno biologico in misura superiore a quella tabellare, secondo il criterio della personalizzazione.
In presenza della lesione di un diritto fondamentale della persona, la regola per cui il risarcimento deve ristorare interamente il pregiudizio impone di tener conto dell'insieme dei pregiudizi sofferti, purché sia provata nel giudizio l'autonomia e distinzione degli stessi; a tal fine, il giudice deve provvedere all'integrale riparazione secondo un criterio di personalizzazione del danno, che, escluso ogni meccanismo semplificato di liquidazione di tipo automatico, tenga conto, pur nell'ambito di criteri predeterminati, delle condizioni personali e soggettive del lavoratore e della gravità della lesione, e quindi della particolarità del caso concreto e della reale entità del danno.
Nella fattispecie, un lavoratore, dopo avere prestato a lungo la propria attività in condizioni di esposizione all’amianto, è stato colpito da una forma tumorale che, dopo alcuni anni di malattia, lo ha condotto alla morte, con conseguente richiesta giudiziale, da parte degli eredi, del risarcimento del danno.
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