INAIL ha pubblicato un documento in cui analizza le malattie professionali più diffuse per le professioni del settore sanità

 

Cosa tratta?

Medici, infermieri e personale sanitario svolgono un ruolo essenziale nella tutela della salute, ma il loro lavoro li espone a numerosi rischi professionali. Disturbi muscolo-scheletrici, disturbi del sistema nervoso, stress e aggressioni sono tra le patologie più diffuse in queste categorie. Analizzare queste problematiche è fondamentale per promuovere prevenzione, sicurezza e benessere in un settore cruciale per la società.

INAIL ci mostra che sono ormai diversi anni che le malattie professionali mostrano un andamento costantemente crescente che interessa tutti i settori di attività, inclusa la Sanità e assistenza sociale che nel 2024 ha registrato 4.395 denunce ed un aumento rispetto all’anno precedente del 23,9%,

Mediamente nel periodo 2020-2024 i 2/3 delle tecnopatie afferiscono all’assistenza sanitaria (ospedali, policlinici, cliniche, ecc.), il resto all’assistenza sociale residenziale e non (per anziani, disabili, soggetti affetti da disturbi psichici, da dipendenze, ecc.).

La Sanità è uno di quei settori in cui si riscontra una maggior frequenza di malattie professionali femminili: nel quinquennio le denunce delle lavoratrici rappresentano il 77%, da leggere come naturale conseguenza di un più elevato numero di donne tra i lavoratori del settore.

Oltre 8 malattie su 10 colpiscono soggetti dai 50 anni in su, in particolare tra i 55 e i 59 anni si registra il 29% delle denunce.

Le patologie a carico degli stranieri sono l’11%, di cui il 7% riguarda i lavoratori extra Unione Europea, mentre il 4% i lavoratori dell’Unione Europea.

La stragrande maggioranza delle malattie interessa il sistema osteomuscolare e il tessuto connettivo (circa l’83 % dei casi), si tratta in sei casi su dieci di dorsopatie (prevalentemente ernie del disco e disturbi intervertebrali) e in poco meno di quattro casi su dieci di disturbi dei tessuti molli (per lo più sindromi della cuffia dei rotatori e lesioni della spalla), tecnopatie sollecitate dalla ripetizione di movimenti e tenuta di posture incongrue nel prestare cura ai pazienti.

Altre patologie diffuse nella sanità sono quelle del sistema nervoso con l’8,5%, quasi tutte sindromi del tunnel carpale.

A seguire i disturbi psichici e comportamentali pari al 2,0% e i tumori con l’1,9%.

Le professionalità più colpite sono in oltre un caso su tre i tecnici della salute e poi nell’ordine le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (30% circa), le professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati (9% circa), ecc..

 

Cosa dice la legge?

  • D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81: Art. 209 e ss.: definiscono la malattia professionale come patologia contratta in occasione di lavoro e causata da rischi specifici. Titolo VIII: obblighi del datore di lavoro in tema di valutazione dei rischi, sorveglianza sanitaria e tutela dei lavoratori esposti (inclusi rischi biologici, ergonomici, psicosociali).
  • D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124: lista ufficiale delle malattie professionali tabellate, aggiornata tramite decreti ministeriali. Ambiti rilevanti per sanitari includono: infezioni (HIV, epatiti), patologie muscolo-scheletriche, dermatiti da contatto, stress lavoro-correlato.

 

Indicazioni operative

  • Valutazione dei rischi mirata: aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) includendo rischi biologici, ergonomici e psicosociali, e analizzare turni, carichi di lavoro e procedure per identificare criticità.
  • Sorveglianza sanitaria: programmare controlli periodici per patologie muscolo-scheletriche, stress lavoro-correlato e malattie infettive e monitorare vaccinazioni (es. epatite B, influenza) e protocolli di profilassi.
  • Formazione continua: addestrare il personale su uso corretto dei DPI, gestione delle emergenze e prevenzione delle punture accidentali, inserire moduli su ergonomia e gestione dello stress.
  • DPI e dispositivi sicuri: garantire guanti, mascherine, occhiali protettivi e sistemi di sicurezza per aghi e strumenti taglienti, verificare la disponibilità di soluzioni ergonomiche (sollevatori, carrelli).
  • Procedure di emergenza e segnalazione: implementare protocolli chiari per esposizioni a sangue o fluidi biologici e favorire la segnalazione immediata di infortuni e aggressioni.
  • Benessere organizzativo: pianificare turni sostenibili e pause adeguate e attivare sportelli di supporto psicologico per prevenire burnout.