Inquinamento acustico
A cura della redazione

Se viviamo in città, soprattutto di grandi dimensioni, c’è un elemento che ci accompagna ogni giorno: il rumore. L’accavallarsi di suoni provenienti dal traffico di auto, camion e mezzi di trasporto pubblici, dal vociare delle persone, dalla musica di locali ed esercizi commerciali è la forma abituale che assume l’inquinamento acustico nei centri urbani. Questo ha un forte impatto sulla salute e sulla qualità della vita della popolazione: anche se apparentemente alcuni soggetti possono abituarsi, bisogna tenere a mente che le conseguenze di questa esposizione vanno spesso al di là del semplice fastidio.
L’inquinamento acustico deve essere tenuto sotto controllo in quanto ha effetti importanti anche sulla fauna selvatica e quindi sulla biodiversità.
La Legge n. 447 del 26 ottobre 1995 definisce inquinamento acustico:
“l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno i tale da inferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi”.
Come indica la stessa normativa, è nell’interesse collettivo non solo limitare l’impatto acustico nei centri urbani, ma anche al di fuori, per ridurre gli effetti negativi sugli ecosistemi.
Le fonti di rumore sono molteplici:
- Traffico veicolare, causato dai mezzi di trasporto cittadini, che costituisce la principale causa di inquinamento acustico nelle aree urbane;
- Traffico ferroviario;
- Traffico aereo;
- Attività industriali, commerciali, artigianali;
- Impianti di trattamento acque, produzione energia;
- Fenomeni atmosferici.
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