Iperconnettività: una nuova sfida per salute sul lavoro
A cura della redazione
La crescente digitalizzazione del lavoro ha introdotto il fenomeno della iperconnettività, con potenziali impatti significativi sulla salute mentale dei lavoratori. Un rischio che può essere affrontato integrando adeguatamente i nuovi strumenti digitali nelle nostre organizzazioni.
Cosa tratta:
La quarta rivoluzione industriale ha trasformato radicalmente il modo di lavorare, grazie all’integrazione di nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Smartphone, laptop e piattaforme digitali hanno reso possibile il telelavoro e il lavoro ibrido, aumentando flessibilità e autonomia.
L’utilizzo sempre più diffuso di questi strumenti anche in ambito lavorativo ha tuttavia introdotto un rischio emergente: l’iperconnettività, definita come disponibilità e connessione permanente con l’organizzazione, senza limiti temporali o spaziali.
Uno studio pubblicato recentemente dall’INSST, l’istituto spagnolo per la salute e sicurezza sul lavoro, analizza questo fenomeno. Secondo il rapporto INSST 2025, il 75% dei lavoratori in Spagna risponde a chiamate o e-mail fuori orario, il 64% non disconnette nei giorni di riposo e il 25% si collega anche in vacanza. Questa condizione può generare il cosiddetto tecno-stress, che comporta sintomi tipici dello stress lavoro correlato:
- Ansia;
- Depressione;
- Disturbi del sonno;
- Burnout.
I fattori di rischio
- Orario di lavoro: estensione della giornata lavorativa e mancanza di disconnessione.
- Bilancio lavoro-famiglia: confini sfumati che aumentano il conflitto vita-lavoro.
- Autonomia: la flessibilità promessa si trasforma in pressione per essere costantemente disponibili.
- Carico di lavoro: flusso eccessivo di informazioni e richiesta di lavorare in multitasking aumentano stress e fatica cognitiva.
- Relazioni sociali: isolamento e riduzione del supporto sociale nei contesti digitali, mancanza di scambi con i colleghi e di momenti per allentare la tensione.
COSA DICE LA LEGGE
In Italia il diritto alla disconnessione è sancito dalla Legge sul lavoro agile e dalla normativa sulla protezione dei dati personali.
- Legge n. 81/2017, regola lo smart working o lavoro agile;
- Legge n. 61/2021 (Conversione del DL 30/2021), introduce il diritto alla disconnessione;
- GDPR e D.Lgs. 196/2003 (Codice Privacy).
Indicazioni operative
- Mappare i rischi psicosociali: includere la iperconnettività nelle valutazioni secondo il D.Lgs. 81/08.
- Formazione e sensibilizzazione: formare sull’utilizzo dei nuovi strumenti digitali e di comunicazione, informando i lavoratori sui rischi di iperconnessione e sul diritto alla disconnessione e promuovendo un uso consapevole della tecnologia.
- Definire politiche di disconnessione digitale: orari chiari neo contratti, blocco notifiche fuori orario, risposte automatiche
- Monitorare le ore di lavoro effettive: anche quelle svolte tramite dispositivi personali.
- Promuovere una cultura organizzativa sana: ridurre la pressione implicita del “sempre online”.
- Favorire il bilancio vita-lavoro: flessibilità reale, non disponibilità illimitata.
- Implementare misure tecniche: limitare l’accesso alle piattaforme aziendali fuori orario.
- Sorveglianza sanitaria mirata: screening per disturbi del sonno, colloqui anche con specialisti per la diagnosi ansia e depressione.
- Supporto psicologico: con priorità laddove si riscontrino condizioni di particolare stress, fornire ai lavoratori la possibilità di effettuare colloqui con professionisti.
In allegato la pubblicazione integrale dell’INSST in lingua spagnola.
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