La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) impone alle grandi aziende europee e internazionali l’obbligo di gestire i rischi legati ai diritti umani e all’ambiente lungo tutta la filiera. Tra questi, rientrano anche i rischi HSE, rendendo la salute e sicurezza sul lavoro una responsabilità legale. La direttiva prevede un processo strutturato di due diligence, sanzioni severe e responsabilità civile per le imprese non conformi.

Cosa tratta :

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), nota anche come CS3D o Supply Chain Act, rappresenta una svolta epocale per le imprese europee e internazionali. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 5 luglio 2024 ed entrata in vigore il 25 luglio dello stesso anno, impone alle grandi aziende l’obbligo legale di identificare, prevenire, mitigare e porre fine agli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente lungo l’intera catena del valore. Ma c’è di più: la direttiva porta al centro dell’attenzione anche i rischi HSE (Health, Safety and Environment), rendendo la salute e sicurezza sul lavoro un pilastro della sostenibilità aziendale. Un’applicazione graduale, ma inesorabile. La CSDDD non si applica a tutte le imprese, ma solo a quelle di grandi dimensioni, con un’entrata in vigore scaglionata:

 

  • Dal 26 luglio 2027: aziende UE con oltre 5.000 dipendenti e 1.500 milioni di € di fatturato globale.
  • Dal 26 luglio 2028: soglia ridotta a 3.000 dipendenti e 900 milioni di €.
  • Dal 26 luglio 2029: si scende a 1.000 dipendenti e 450 milioni di €.

Anche le imprese extra-UE con attività significative nel mercato europeo rientrano nel campo di applicazione.Settori sotto la lente: dove il rischio è più alto. La direttiva individua settori ad alto rischio come tessile, agricoltura e minerario, dove le violazioni dei diritti umani e ambientali sono più frequenti. In questi ambiti, la due diligence deve essere particolarmente rigorosa.

La Due Diligence Sostenibile: un processo in sei tappeLe aziende devono adottare un processo strutturato e continuo, integrato nelle politiche aziendali:

 

  1. Integrazione della due diligence nelle strategie e nei sistemi di gestione.
  2. Identificazione e valutazione degli impatti negativi effettivi e potenziali.
  3. Prevenzione, mitigazione e cessazione degli impatti negativi.
  4. Piano di transizione climatica, in linea con l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale a 1,5°C.
  5. Meccanismo di reclamo e whistleblowing per le persone colpite.
  6. Monitoraggio e comunicazione pubblica delle misure adottate. 

Salute e sicurezza nella filiera: da obbligo morale a responsabilità legale

La CSDDD impone alle imprese di verificare che i fornitori – diretti e indiretti – rispettino gli standard minimi di salute e sicurezza sul lavoro. Questo include:

  • Prevenzione del lavoro forzato, lavoro minorile e condizioni insalubri.
  • Controllo delle emissioni di CO₂ e del degrado ambientale.
  • Adozione di misure concrete per garantire ambienti di lavoro sicuri e salubri lungo tutta la filiera.


Sanzioni e responsabilità: il tempo della tolleranza è finito

La direttiva introduce un sistema di sanzioni e responsabilità molto più severo:

  • Sanzioni amministrative fino al 5% del fatturato netto mondiale.
  • Responsabilità civile: le persone danneggiate potranno intentare azioni legali contro l’impresa madre.
  • Name and Shame: le violazioni saranno rese pubbliche, con impatti reputazionali significativi.


COSA DICE LA LEGGE

  • La CSDDD è entrata in vigore il 25 luglio 2024.
  • Gli Stati membri devono recepirla entro il 26 luglio 2026.
  • Si applica gradualmente alle grandi imprese UE ed extra-UE.
  • Impone l’obbligo di due diligence lungo la filiera, inclusi i rischi HSE.
  • Prevede sanzioni fino al 5% del fatturato globale e responsabilità civile.
  • Le autorità nazionali di vigilanza saranno incaricate del controllo e della pubblicazione delle violazioni.

INDICAZIONI OPERATIVE 

  1. Mappare la filiera: identificare fornitori diretti e indiretti, valutando i rischi HSE.
  2. Integrare la due diligence nei sistemi di gestione aziendale.
  3. Verificare la conformità dei fornitori agli standard di salute e sicurezza.
  4. Monitorare le condizioni di lavoro nei siti produttivi esterni.
  5. Implementare procedure di reclamo accessibili e sicure.
  6. Redigere report periodici sulle azioni intraprese e sui risultati ottenuti.
  7. Formare il personale interno e i partner esterni sui requisiti della direttiva.
  8. Adottare misure preventive contro lavoro minorile, forzato e ambienti insalubri.
  9. Collaborare con le funzioni ESG per integrare salute e sicurezza nei piani di sostenibilità.
  10. Preparare un piano di transizione climatica coerente con gli obiettivi europei.