La trasformazione del part time in rapporto di lavoro a tempo pieno
A cura della redazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11905 del 30 maggio 2011, ha stabilito il principio secondo cui il rapporto di lavoro a tempo parziale si trasforma in rapporto a tempo pieno per fatti concludenti, in relazione alla prestazione lavorativa resa, costantemente, secondo l'orario normale, o addirittura con orario superiore. Il comportamento negoziale concludente, consistente, nella fattispecie, nel modificare stabilmente l'orario di lavoro, è conseguente all'accertamento che la prestazione eccedente quella inizialmente concordata - resa in modo continuativo secondo molalità orarie proprie del lavoro a tempo pieno, o addirittura con il superamento dell'orario normale - non risponda ad alcuna specifica esigenza di organizzazione del servizio, idonea a giustificare, secondo le previsioni della contrattazione collettiva, l'assegnazione di ore ulteriori rispetto a quelle negozialmente pattuite.
La libertà del lavoratore di rifiutare la prestazione oltre l'orario dei part-time – ha rilevato, inoltre, la Suprema Corte - è ininfluente, posto che l'effettuazione, in concreto, delle prestazioni richieste, con la continuità risultante dalle buste paga, evidenzia l'accettazione della nuova regolamentazione, con ogni conseguente effetto obbligatorio, risultandone una modifica non accessoria dei contenuti del sinallagma negoziale.
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