Lavoratori in cassa integrazione o in mobilità e corsi di formazione
A cura della redazione
Segnaliamo un interessante articolo apparso sulla rivista telematica dell'agenzia delle entrate www.fiscooggi.it sui lavoratori in cassa integrazione e la partecipazione ai corsi di formazione a cura di Elisabetta Boanelli.
Allo scopo di evitare l'interruzione di processi di risanamento o reindustrializzazione in corso, in situazioni di gravi crisi aziendali, nonché di disincentivare il ricorso agli ammortizzatori sociali in quelle situazioni in cui può essere ottenuto il reimpiego dei lavoratori, è stato emanato il decreto legge n. 328/2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 274 del 25/11/2003.
Il provvedimento prevede che i lavoratori siano avviati alla riqualificazione mediante corsi di formazione che sono obbligati a frequentare per continuare a usufruire della cassa integrazione o del trattamento di mobilità.
Per istituire tali corsi, i fondi statali sono stati incrementati di tre milioni di euro. Il lavoratore decade dal trattamento, la cui corresponsione è collegata allo stato di disoccupazione o inoccupazione, quando rifiuti di essere avviato a un corso di formazione professionale o non lo frequenti regolarmente, o non accetti di essere impiegato in opere o servizi di pubblica utilità o rifiuti un lavoro inquadrato in un livello retributivo non inferiore al 20 per cento rispetto a quello delle mansioni di provenienza.
Tali disposizioni si applicano quando le attività lavorative o di formazione si svolgono in un luogo che non disti più di 50 chilometri dalla residenza del lavoratore o comunque raggiungibile in ottanta minuti con i mezzi pubblici.
Il decreto emanato presenta vantaggi particolari essendo finalizzato a fronteggiare situazioni di grave emergenza occupazionale, affrontando problematiche umane spesso drammatiche.
Quali sono gli aspetti più importanti di tale provvedimento?
Dal punto di vista economico, attraverso i processi di riqualificazione professionale viene riutilizzata una forza lavoro che altrimenti sarebbe rimasta improduttiva, senza ricorrere all'onere degli ammortizzatori sociali.
Sotto l'aspetto psicologico, il lavoratore non si vive più come un soggetto passivo ma come un soggetto attivo facente parte di un ciclo produttivo riacquistando una sua identità lavorativa.
Per quanto riguarda l'aspetto sociale, infine, il provvedimento è rivolto - non essendoci tra i requisiti per accedere a tali corsi limiti di età se non quella lavorativa - a una ampia fascia di lavoratori giovani e meno giovani; quest'ultimi avranno la possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro, con nuove prospettive future e l'effetto di una migliore qualità della vita.
Dall'analisi di questi elementi, si può concludere che i corsi, essendo rivolti a un numero eterogeneo di persone, potrebbero favorire una maggiore comunicazione fra individui di diverse età e uno scambio di esperienze, conoscenze, curiosità, riducendo in tal modo il gap generazionale.