Lavoro giornalistico, c'è subordinazione se la prestazione è stabile nell'organizzazione aziendale
A cura della redazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10332 del 21 giugno 2012, ha stabilito che, nel lavoro giornalistico, la subordinazione non è esclusa automaticamente, anche se il prestatore gode di una certa libertà di movimento e non è obbligato al rispetto di un orario predeterminato o alla continua permanenza sul luogo di lavoro.
L’elemento caratterizzante la subordinazione, nel lavoro giornalistico, è, infatti, rappresentato, sostanzialmente, dallo stabile inserimento della prestazione resa dal giornalista nell’organizzazione aziendale, nel senso che attraverso tale prestazione il datore di lavoro assicura, in via stabile o, quantomeno, per un apprezzabile periodo di tempo, la soddisfazione di un’esigenza informativa del giornale attraverso la sistematica compilazione di articoli su specifici argomenti o di rubriche e, quindi, esige, come tale, il permanere della disponibilità del lavoratore, pur nell’intervallo di tempo fra una prestazione e l’altra (Cass. 8068/2009).
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