Le critiche del superiore non sempre legittimano il risarcimento del danno
A cura della redazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza 30/04/2009 n.10098, ha precisato che se le critiche e le censure avanzate dal superiore gerarchico non si traducono in gravi offese per il lavoratore, prevale il dovere di tollerare con la conseguente insussistenza di richiedere il risarcimento del danno.
La Suprema Corte, richiamando anche le precedenti pronunce sull'argomento (sent. 26972/2009 e 26974/2009), ha ricordato che la gravità dell'offesa costituisce requisito ulteriore per l'ammissione al risarcimento del danno non patrimoniale alla persona solo se sono stati lesi diritti costituzionali inviolabili come l'immagine e la reputazione.
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