Melanoma: un nemico silenzioso
A cura della redazione

Il melanoma cutaneo è in aumento, soprattutto tra i giovani, e colpisce uomini e donne in modo diverso a seconda delle abitudini di esposizione al sole. Nonostante i progressi nelle terapie, la prevenzione resta deboleochi italiani si sottopongono a controlli dermatologici regolari. Nei luoghi di lavoro, la protezione dai raggi UV è ancora poco considerata. È urgente integrare strategie di prevenzione efficaci anche in ambito professionale.
Cosa tratta :
Il melanoma cutaneo, la forma più aggressiva di tumore della pelle, sta registrando un preoccupante aumento, soprattutto tra i giovani adulti. Mentre le terapie avanzano e migliorano la sopravvivenza, la prevenzione resta indietroochi italiani si sottopongono a controlli dermatologici regolari, e nei luoghi di lavoro la sensibilizzazione è ancora insufficiente.
Secondo i dati di Cancer Research UK, il melanoma si manifesta in zone diverse del corpo a seconda del sesso: negli uomini colpisce soprattutto il busto (schiena, torace, addome), mentre nelle donne si localizza più frequentemente sugli arti inferiori. Questo fenomeno è legato a comportamenti differenti nell’esposizione al sole: gli uomini tendono a scoprirsi il torso, le donne le gambe. In Italia, si stima che nel 2025 saranno diagnosticati oltre 17.500 nuovi casi, rispetto ai 14.900 del 2020, con un’incidenza in crescita tra gli uomini. Questo rappresenta un aumento annuo del 5%, confermando un trend in crescita costante e preoccupante per questa forma particolarmente aggressiva di tumore della pelle. E' naturale pensare che buona parte dell' esposizione possa essere di origine lavorativa. Questi dati evidenziano chiaramente l'urgenza di rafforzare le atrategie di prevenzione, diagnosi precoce e sensibilizzazione, sia nella popolazione generale che soprattutto nei contesti lavorativi. L’87% dei casi è attribuito alla sovraesposizione ai raggi UV, sia naturali che artificiali.
In Italia il trend è allarmante e se ne parla troppo poco. Secondo IQVIA, ogni anno si registrano almeno 16.000 nuovi casi di melanoma, con una maggiore incidenza tra i 50 e i 70 anni, ma in crescita anche nella fascia 35-50. È il terzo tumore più frequente sotto i 50 anni. Nonostante i progressi nella diagnosi precoce, una quota significativa di melanomi viene ancora scoperta in fase avanzata. Solo il 14% degli italiani ha effettuato un controllo dei nei nell’ultimo anno, e tra gli under 40 la percentuale è ancora più bassa.
Una nuova criticità : occorre parlarne.
La presenza di tatuaggi può rappresentare una criticità significativa nella diagnosi precoce del melanoma, soprattutto nei soggetti con numerosi nevi melanocitici. Ecco le principali problematiche emerse dalle fonti sanitarie:
- Ostacolo alla visibilità dei nei: I pigmenti dei tatuaggi, in particolare quelli neri o molto scuri, possono coprire completamente i nei o alterarne la percezione visiva, rendendo difficile per il dermatologo osservare eventuali cambiamenti sospetti nella forma, nel colore o nelle dimensioni
- Rischio di diagnosi tardiva: La copertura dei nevi da parte dell’inchiostro può ritardare l’identificazione di melanomi in fase iniziale, compromettendo la tempestività della diagnosi e quindi la prognosi. Questo è particolarmente critico per i melanomi che si sviluppano all’interno o in prossimità di un tatuaggio
- Difficoltà nell’uso della dermatoscopia: La dermatoscopia, uno strumento fondamentale per la diagnosi precoce del melanoma, può risultare meno efficace su aree tatuate, poiché i pigmenti interferiscono con la visualizzazione delle strutture cutanee sottostanti
- Raccomandazioni preventive: I nevi non dovrebbero mai essere tatuati. I tatuatori dovrebbero mantenere almeno un centimetro di distanza da qualsiasi neo visibile. È consigliabile fotografare e monitorare i nevi prima e dopo l’esecuzione di un tatuaggio, soprattutto nei soggetti a rischio.
- Comunicazione e consapevolezza: È fondamentale che le persone che desiderano tatuarsi siano informate sui rischi legati alla copertura dei nevi e che i tatuatori siano formati per riconoscere i segnali di allarme e indirizzare i clienti verso una valutazione dermatologica preventiva.
Terapie e protezione solare
Sul fronte terapeutico, le novità sono incoraggianti. L’immunoterapia e le terapie target hanno rivoluzionato il trattamento del melanoma. L’approvazione del pembrolizumab in fase neoadiuvante, seguito da trattamenti adiuvanti, ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di recidiva. Oggi, l’88% degli uomini e il 91% delle donne con melanoma sopravvive a cinque anni dalla diagnosi.
Il mercato dei solari ad alta protezione è in espansione: nel 2025 ha raggiunto i 258 milioni di euro, con un +8% rispetto all’anno precedente. L’acquisto avviene principalmente in farmacia (69%), ma cresce anche online e nei supermercati. Tuttavia, l’uso della crema solare non può sostituire i controlli dermatologici. Scottarsi anche solo una volta ogni due anni può triplicare il rischio di melanoma. E i raggi UV sono dannosi anche con cielo nuvoloso, da marzo a ottobre.
Luoghi di lavoro: un fronte da rafforzare
Nei contesti professionali, soprattutto quelli all’aperto come cantieri, agricoltura e vigilanza, l’esposizione ai raggi UV è un rischio concreto. Eppure, la prevenzione del melanoma è raramente integrata nei documenti di valutazione dei rischi. Serve un cambio di passo: informazione, screening, DPI adeguati e formazione devono diventare parte integrante della cultura aziendale. LA valutazione dei rischi, deve passare anche dalla considerazione del vestiario, cercando di capire se ci sono abitudini di lavorare a petto nudo e/o comunque senza vestiario.
COSA DICE LA LEGGE
In Italia, la prevenzione del melanoma è inclusa nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, che promuove campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Le Linee Guida AIOM raccomandano controlli dermatologici periodici per i soggetti a rischio, l’uso di protezioni solari adeguate e l’educazione alla corretta esposizione solare.
Il Manifesto per la Prevenzione del Melanoma Cutaneo sottolinea l’importanza della diagnosi precoce e della formazione degli operatori sanitari, chiedendo un maggiore impegno istituzionale per garantire accesso uniforme ai servizi di prevenzione su tutto il territorio nazionale.
INDICAZIONI OPERATIVE
- Promuovere campagne informative interne sull’importanza della prevenzione del melanoma.
- Organizzare giornate di screening dermatologico in azienda, in collaborazione con strutture sanitarie.
- Includere la protezione solare nei DPI per i lavoratori esposti al sole (es. cantieri, agricoltura).
- Formare i lavoratori sui rischi dell’esposizione ai raggi UV e sull’uso corretto dei solari.
- Monitorare l’efficacia delle misure preventive attraverso audit e questionari periodici.
- Favorire l’adozione di abbigliamento protettivo e orari di lavoro che evitino l’esposizione nelle ore più calde.
- Integrare la prevenzione del melanoma nei documenti di valutazione dei rischi (DVR).
- Valutare il vestiario e le abitudini.
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