Le molestie e le violenze sul lavoro sono un rischio concreto e trasversale, che incide sulla salute, sulla sicurezza e sulla dignità delle persone. Il documento CIIP 2025 propone un approccio integrato alla prevenzione, basato su valutazione del rischio, formazione, strumenti di segnalazione e coinvolgimento di tutti i ruoli aziendali. La ratifica della Convenzione ILO n.190 impone alle organizzazioni di agire con responsabilità e trasparenza, promuovendo una cultura del rispetto e della sicurezza.

Cosa tratta:

Nel mondo del lavoro moderno, la tutela della salute e della sicurezza non può più limitarsi alla prevenzione degli infortuni fisici. Le molestie e le violenze, in tutte le loro forme — fisiche, verbali, psicologiche, digitali — rappresentano un rischio concreto e diffuso, che incide profondamente sul benessere delle persone e sull’efficacia delle organizzazioni. Il documento di consenso redatto dal Gruppo di Lavoro CIIP Rischi Psicosociali (luglio 2025), che sarà allegato integralmente a questo articolo, offre una panoramica completa e aggiornata sul tema, proponendo strumenti concreti per affrontarlo.

Un fenomeno trasversale e in crescita

Le statistiche parlano chiaro: secondo l’indagine ILO-Lloyd’s Register Foundation-Gallup 2022, oltre 743 milioni di persone nel mondo hanno subito almeno una forma di violenza o molestia sul lavoro. In Italia, i dati INAIL e ISTAT confermano una crescita costante degli episodi, con un impatto particolarmente forte nel settore sanitario, nei trasporti, nell’istruzione e nei servizi di vigilanza.Le molestie non si limitano a episodi eclatanti. Possono manifestarsi in forme sottili e persistenti: commenti inappropriati, esclusioni sociali, pressioni psicologiche, discriminazioni. E oggi, con l’espansione del lavoro digitale, si affaccia anche il fenomeno della cyberviolenza, che rende il confine tra vita lavorativa e privata sempre più labile.

Riconoscere il rischio per prevenirlo

La Convenzione ILO n.190, ratificata in Italia con la Legge 4/2021, ha sancito l’obbligo di includere la violenza e le molestie nel perimetro della salute e sicurezza sul lavoro. Questo significa che ogni organizzazione deve valutare il rischio, adottare misure preventive e garantire strumenti di segnalazione e supporto.
La valutazione del rischio non è solo un adempimento tecnico: è un processo dinamico e partecipativo, che coinvolge tutti i livelli aziendali. Serve a individuare le situazioni critiche, a mappare i contesti più esposti e a pianificare interventi mirati — dalla formazione alla riorganizzazione degli spazi, dalla comunicazione interna alla gestione dei conflitti.

Ruoli e responsabilità: chi fa cosa

La prevenzione delle molestie richiede un impegno corale. Il Datore di lavoro ha il compito di garantire un ambiente sicuro e rispettoso, promuovendo politiche di tolleranza zero e attivando canali di segnalazione riservati. I Dirigenti e i Preposti devono vigilare sul rispetto delle regole e intervenire tempestivamente. Gli HSE Manager e gli RSPP hanno il compito di integrare il rischio psicosociale nella valutazione aziendale, promuovendo formazione e cultura del rispetto.Fondamentale anche il ruolo del Medico Competente, che può intercettare segnali di disagio e contribuire alla sorveglianza sanitaria. E non vanno dimenticati gli attori esterni: Consiglieri di fiducia, Sportelli di ascolto, Consigliere di Parità, Organizzazioni sindacali, che offrono supporto, consulenza e strumenti di tutela.


Strumenti operativi: segnalazione e survey

Per favorire l’emersione del fenomeno, il documento CIIP propone due strumenti chiave:

  1. Scheda di segnalazione: un format strutturato per raccogliere episodi di violenza o molestia, garantendo riservatezza e tracciabilità.
  2. Survey anonima: utile per monitorare il clima aziendale e stimare la diffusione del fenomeno, anche in assenza di segnalazioni dirette.

Formazione e cultura: il cuore della prevenzione

La formazione è uno strumento cruciale. Deve essere differenziata per ruoli e settori, prevedere contenuti specifici su molestie e violenze, e promuovere competenze relazionali, comunicative e di gestione del conflitto. Ma soprattutto, deve contribuire a costruire una cultura organizzativa fondata sul rispetto, dove ogni persona si senta libera di segnalare un disagio senza timore di ritorsioni.

Fonte: Gruppo di Lavoro CIIP Rischi Psicosociali, “La prevenzione delle molestie e violenze negli ambienti di lavoro”, luglio 2025.

Il testo originale è allegato all’articolo per consultazione completa.


 Cosa dice la legge

  • Convenzione ILO n.190: riconosce il diritto a un mondo del lavoro libero da violenza e molestie. In vigore in Italia dal 29/10/2022.
  • D.Lgs. 81/2008: impone la valutazione di tutti i rischi, inclusi quelli psicosociali e da stress lavoro-correlato.
  • Codice delle Pari Opportunità (D.Lgs. 198/2006): definisce molestie e discriminazioni come violazioni della dignità della persona.
  • Legge 4/2021: ratifica la Convenzione ILO e impone l’integrazione del rischio molestie nella gestione della sicurezza.
  • UNI ISO 45003, 30415, 26000, SA8000: standard volontari che promuovono ambienti inclusivi e sicuri, con attenzione ai rischi psicosociali.

Indicazioni operative

  1. Integrare il rischio molestie nel DVR, con analisi specifica per mansioni a rischio.
  2. Costituire un gruppo di valutazione multidisciplinare (Datore di lavoro, RSPP, MC, RLS, HR).
  3. Attivare canali di segnalazione riservati, anche anonimi, e garantire la gestione imparziale.
  4. Somministrare survey periodiche per monitorare il clima aziendale e stimare il sommerso.
  5. Promuovere formazione specifica su molestie, violenze, gestione del conflitto e comunicazione.
  6. Collaborare con HR e MC per la gestione dei casi, il reinserimento e il supporto psicologico.
  7. Diffondere la policy di tolleranza zero, anche verso l’esterno (clienti, utenti, fornitori).
  8. Monitorare gli eventi sentinella (turnover, assenze, reclami) come indicatori di rischio.
  9. Prevedere misure strutturali e organizzative: videosorveglianza, illuminazione, accessi controllati.
  10. Documentare le azioni intraprese e aggiornare periodicamente la valutazione del rischio.