Nessuna rilevanza fiscale per i compensi reversibili corrisposti in Spagna per l’incarico di consigliere di amministrazione
A cura della redazione

L’Agenzia delle entrate, con la risposta all’interpello 28/05/2019 n.167, ha ribadito che i compensi reversibili che un soggetto italiano riceve in relazione all’incarico di consigliere di amministrazione di una società fiscalmente residente in Spagna non assumono rilevanza per tale soggetto ai fini della determinazione del reddito, non entrando mai nella sua disponibilità.
Già in passato il Ministero delle finanze (nota n. 8/166 del 1977) aveva riconosciuto che non concorrono alla determinazione del reddito complessivo soggetto all’Irpef i compensi reversibili percepiti dai collaboratori coordinati e continuativi tra i quali rientrano i consiglieri di amministrazione. E ciò in base al principio generale secondo cui non si configurano quale reddito imponibile di un soggetto le somme di cui egli non ottenga in alcun modo la disponibilità. Ciò a condizione che risulti documentato l’effettivo riversamento alle società ed enti destinatari dei compensi medesimi.
Nel caso sottoposto all’esame dell’Agenzia delle entrate il compenso erogato dalla società spagnola di cui il soggetto è consigliere di amministrazione su un apposito conto corrente intestato allo stesso anziché alla società italiana di cui risulta dipendente, in forza della particolare normativa vigente in Spagna, viene da questi riversato al proprio datore di lavoro italiano e pertanto il lavoratore non ottiene di fatto la disponibilità delle somme in argomento. Ciò in ragione dell’obbligo contrattualmente pattuito di riversare i relativi compensi al datore di lavoro italiano che pertanto diviene il beneficiario effettivo di dette somme.
Ne consegue che la società italiana non è tenuta ad effettuare le ritenute né deve adempiere ad altri obblighi in qualità di sostituto d’imposta.
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