Il Comitato Europeo di Normazione (CEN) ha pubblicato nuove linee guida europee che definiscono come raccogliere e strutturare i dati necessari per il futuro Passaporto Digitale dei Prodotti (DPP) nel settore tessile. Il documento stabilisce un modello comune per tracciare materiali, processi, impatti ambientali e informazioni utili al riciclo, con l’obiettivo di rendere più trasparente e verificabile l’intera filiera.

Di cosa tratta:

Le nuove linee guida europee nascono dall’esigenza di descrivere in modo omogeneo ogni passaggio che il prodotto attraversa, dalle fibre grezze al capo finito, includendo:

  • ricezione dei materiali;
  • trasformazioni;
  • trattamenti;
  • invii e ricezioni tra aziende;
  • confezione;
  • gestione dei rifiuti;
  • fasi post-consumo e riciclo.

La filiera della moda, infatti, da sempre presenta il problema di essere composta da molti attori diversi, spesso scollegati tra loro e con metodi di gestione dei dati non compatibili.

In particolare, il documento (CWA 18291:2025), definisce le modalità di raccolta e gestione dei dati necessari per il futuro Passaporto Digitale dei Prodotti (DPP) nel settore tessile. Si tratta del primo quadro tecnico realmente completo, pensato per aiutare le organizzazioni a strutturare informazioni credibili e coerenti lungo l’intera filiera.

Il Passaporto Digitale dei Prodotti è uno strumento previsto dalla normativa europea sulla progettazione ecocompatibile (Regolamento UE 2024/1781). Sarà obbligatorio per diversi settori, tra cui il tessile, e ha una funzione precisa:

  • raccogliere tutte le informazioni importanti di un prodotto (materiali, processi, impatti, riparabilità, riciclabilità);
  • renderle disponibili digitalmente lungo tutta la filiera e al consumatore finale;
  • permettere controlli più efficaci su dichiarazioni ambientali e sostenibilità reale.

In pratica, è una carta d’identità digitale che accompagna il prodotto per tutto il suo ciclo di vita.

Approccio basato su 6 fasi:

Le linee guida introducono un metodo strutturato in sei fasi, pensato per guidare le organizzazioni nella costruzione del loro sistema dati:

1. Definizione degli obiettivi: Identificare quali dati servono, per quale finalità e qual è il loro valore legale;

2. Descrizione della filiera: identificare tutti gli attori coinvolti: produttori, terzisti, trasformatori, riciclatori, importatori, individuando chi è responsabile di quali informazioni;

3. Impostazione del sistema di tracciabilità: stabilire come registrare i passaggi lungo la filiera, quali informazioni devono essere scambiate e con quali modalità;

4. Raccolta dei dati di sostenibilità: organizzare la raccolta di consumi, emissioni, materiali, chimici, rifiuti e informazioni ambientali collegate ai processi e agli stabilimenti;

5. Processi collaborativi: definire come i vari attori si scambiano i dati, come si validano le informazioni e quali documenti di supporto devono essere conservati;

6. Costruzione del modello dati finale: integrare tutte le informazioni raccolte in un modello coerente e adatto al Passaporto Digitale, con criteri di qualità, verificabilità e aggiornamento nel tempo.

Indicazioni operative:

  • Tracciabilità della filiera: introdotto un metodo condiviso per documentare ogni passaggio del prodotto: dall’arrivo delle fibre alle lavorazioni intermedie, fino alla confezione e alle eventuali fasi di riciclo.
  • Raccolta dei dati: Il documento specifica quali informazioni servono per il DPP e come devono essere strutturate (consumi di energia, uso dell’acqua, rifiuti generati, emissioni, sostanze chimiche, materiali impiegati). Ogni dato deve essere collegato a uno stabilimento, a un anno e a una quantità precisa di prodotto;
  • Indicatori di sostenibilità: Oltre ai dati grezzi, le aziende devono fornire indicatori ambientali e sociali con metodologie trasparenti. Le linee guida spiegano come presentarli, indicando chi ha calcolato l’indicatore, con quale metodo e se è stato verificato;
  • Informazioni necessarie per il riciclo: viene chiarito quali elementi devono essere raccolti per valutare correttamente la riciclabilità di un capo (composizione completa, trattamenti, finiture, imbottiture, accessori, condizioni del prodotto usato, ecc.).

Per prepararsi al DPP le organizzazioni devono iniziare a mappare la propria filiera, raccogliere dati e stabilire procedure per lo scambio di informazioni.

Inoltre, può risultare fondamentale valutare strumenti informatici in grado di supportare questo flusso continuo di raccolta e condivisione.

Conclusioni:

Le nuove linee guida europee forniscono un percorso chiaro e completo per prepararsi al Passaporto Digitale. L’approccio in sei fasi consente alle organizzazioni di organizzare fin da subito tracciabilità, dati ambientali e informazioni di riciclo, evitando criticità quando l’obbligo diventerà operativo.