I carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF) rappresentano l’elemento centrale della strategia di decarbonizzazione del settore aereo, con l’UE che ne ha imposto un utilizzo minimo a partire dall’inizio del 2025, ma sono presenti ancora molti fattori che ne ostacolano la diffusione.

Di cosa tratta:

I SAF (Sustainable Aviation Fuel) sono carburanti usati per alimentare gli aerei e prodotti da fonti rinnovabili o a basse emissioni. Rappresentano un’alternativa sostenibile al cherosene fossile, poiché rispetto a questo emettono fino all’80% in meno di CO₂ sul ciclo di vita. Tra questi rientrano:

  • carburanti sintetici per l’aviazione;
  • biocarburanti per l’aviazione;
  • carburanti per l’aviazione derivanti da carbonio riciclato.

Sono presenti anche altre alternative sostenibili (come l’idrogeno o l’elettrico), ma i SAF possiedono il vantaggio di non richiedere modifiche alla struttura degli aerei esistenti, essendo possibile immetterli nei serbatoi attuali, miscelati con il carburante tradizionale.

La necessità di sostituire il carburante tradizionale con il SAF nasce dal fatto che il settore aereo è responsabile di circa il 3-4 % delle emissioni globali di CO₂, e, senza interventi, rischia di crescere ancora.  Dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il Regolamento (UE) 2023/2405 (ReFuelEU Aviation), che impone ai fornitori di carburante l’obbligo di immettere almeno il 2% di SAF nei carburanti erogati negli aeroporti europei, con obiettivi crescenti fino al 70% entro il 2050.

Il ReFuelEU Aviation si applica al settore del trasporto aereo commerciale, ovvero, ai sensi dell’art. 2 del Reg, (UE) n. 965/2012, “L’esercizio di un aeromobile finalizzato al trasporto di passeggeri, merci e posta effettuato dietro compenso o ad altro titolo oneroso”. Sono esclusi, ad esempio, i voli per operazioni militari, di polizia o simili.

Tuttavia, nonostante l’ambizione della misura, i limiti attuali sono molteplici: la domanda supera di gran lunga l’offerta, con la produzione di SAF che copre ancora meno dell’1% del fabbisogno, mentre i costi sono elevati (fino a cinque volte quelli del cherosene tradizionale).

Nel frattempo, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta, l’associazione IATA (International Air Transport Association) ha creato “SAF Matchmaker”, una piattaforma digitale per promuovere il processo di vendita/acquisto tra compagnie aeree e produttori di SAF. In questo portale i fornitori di SAF rendono pubbliche le loro disponibilità di prodotto, così che possano essere facilmente contattate per l’acquisto o per la stipula di contratti a lungo termine.

Indicazioni operative:

Per raggiungere gli obiettivi prefissati serve un impegno condiviso non solo tra compagnie aeree, aeroporti e fornitori di carburante: anche i governi, gli investitori e le istituzioni finanziarie devono essere coinvolte, in moda da accelerare il processo ed evitare che i costi ricadano principalmente sugli utenti, con il conseguente aumento del prezzo dei biglietti per i passeggeri.

Il primo punto da tenere presente è che l’obbligo di garantire la presenza di carburante sostenibile (SAF) ricade sui fornitori. In pratica, i fornitori che operano negli aeroporti dell’Unione europea devono assicurare che almeno il 2% del carburante totale erogato ogni anno contenga SAF. Questa soglia è destinata ad aumentare progressivamente ogni 5 anni, arrivando al 6 % già nel 2030, fino all’obiettivo del 70 % entro il 2050, di cui almeno il 35% di carburanti sintetici.

Dalla loro parte, le compagnie aeree sono soggette a un altro obbligo importante: devono rifornirsi per almeno il 90% del loro fabbisogno annuo di carburante direttamente dall’aeroporto da cui partono i voli.

Infine, anche gli aeroporti hanno un ruolo attivo: devono garantire che le infrastrutture siano pronte per gestire la distribuzione di carburanti sostenibili, agevolando l’accesso ai SAF da parte degli operatori aerei.

Conclusioni:

Il percorso verso un’aviazione più sostenibile è stato tracciato, ma la velocità con cui si sta procedendo è ancora insufficiente. Il SAF rappresenta oggi l’unica alternativa concreta e immediatamente utilizzabile per ridurre le emissioni del settore, ma la sua adozione procede troppo lentamente. Secondo i dati dell’IATA, nel 2024 il SAF ha coperto appena lo 0,3% del consumo di carburante, un valore ben al di sotto della previsione dello 0,53%.

Questa fotografia evidenzia un divario preoccupanteer centrare gli obiettivi ambientali fissati al 2030, il consumo globale di SAF dovrà aumentare di oltre trenta volte rispetto ai livelli attuali. Un traguardo ambizioso, che richiederà un forte coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti.

La piattaforma digitale “SAF Matchmaker” lanciata da IATA è un primo passo nella giusta direzione, perché facilita la creazione di un mercato più trasparente ed efficiente, ma servono anche meccanismi di sostegno economico, garanzie per gli investimenti e azioni concrete per stimolare la produzione e la distribuzione di SAF.

Per maggiori approfondimenti si allega il testo ufficiale del Regolamento (UE) 2023/2405.