Esiste un disequilibrio tra l’attenzione al rischio e la carenza di leadership nella sicurezza sul lavoro?  Proviamo a riflettere su come una gestione efficace debba richiedere vigilanza, responsabilità, misure proattive e un forte impegno etico della leadership, in modo da creare una cultura HSE resiliente e orientata alla prevenzione, soprattutto alla luce dei recenti incidenti e delle sfide tecnologiche.

Cosa tratta :

In passato nella tradizione industriale italiana, c'era una sorta di rito molto amato: quando un collega si preparava a intraprendere un nuovo viaggio o semplicemente “l’avventura” della pensione, era consuetudine che la squadra di lavoro commemorasse l'occasione con un regalo attentamente selezionato: una o due splendide fotografie simbolo del periodo svolto insieme. Queste immagini venivano spesso incorniciate e firmate, fungendo da ricordo di momenti condivisi e simbolo di una sorta di cameratismo costruito in un ambiente dedicato al lavoro e alla condivisione. Questi doni sentimentali erano iniziati negli anni Sessanta e racchiudevano l'emozione e la natura trasformativa di periodi importanti della vita di ognuno. La tradizione è andata piano piano sparendo negli anni Novanta perché spesso nella fotografia rimaneva ritratto anche chi aveva perso la vita sul lavoro. Queste esperienze in qualche modo hanno radicalmente modificato la consapevolezza del rischio di ognuno, in particolare per quanto riguarda il concreto fallimento della sicurezza, in ambienti ad alto rischio come l’edilizia delle grandi opere oppure le cave/miniere. Le foto semplicemente ricordavano che forse si era fatto poco per salvare il collega, si poteva fare di più e la responsabilità era di tutti, ma anche che qualcuno era più responsabile di altri, proprio perché aveva il ruolo di “responsabile” di quella squadra.

La valutazione del rischio richiede apprendimento e impegno continui

La valutazione del rischio non mai stato quindi solo un concetto astratto, ma una disciplina vitale che richiede apprendimento, adattamento, applicazione e impegno continui. Questa consapevolezza deve spingere a riflettere spesso sul delicato equilibrio tra il riconoscimento e la valutazione del rischio e l'adozione delle azioni necessarie per mitigarlo efficacemente.Mentre ci imbarchiamo nel viaggio verso le nuove tecnologie, e sul come la IA cambierà anche il concetto di safety, è facile percepire come l’ attuale dibattito sia eccessivamente concentrato sul concetto di rischio, a scapito di una più razionale promozione della leadership essenziale per gestire livelli di rischio accettabili.

Come se si fosse tutti intrappolati in un circolo vizioso che ostacola il progresso autentico e il miglioramento continuo, soprattutto nell'ambito dei casi di infortuni gravi e delle morti sul lavoro. Il legislatore prima nel 2008 e poi nel 2021, ha fatto una scelta precisa, per molti versi coraggiosa, puntare sulla leadership dei preposti.Basta fare un corso preposti e/o ad un corso dirigenti, sentire le lamentele ed i dubbi che i discenti hanno nei confronti della normativa, i dubbi e le perplessità nell’ affrontare i temi più semplici, per capire che la difficile situazione della salute e sicurezza italiana, potrebbe semplicemente essere attribuita a un vuoto di leadership, che dovremmo impegnarci a risolvere con urgenza.

Chi comanda il reparto ?

Chi deve decidere in condizioni di emergenza ?

Chi ha la responsabilità della salute e della sicurezza di queste persone ?

Domande banali, spesso senza risposta.

Elementi essenziali della leadership (o della sua assenza)

Per affrontare le molteplici sfide associate alla gestione del rischio, è essenziale che la leadership a tutti i livelli adotti alcuni principi fondamentali. Di seguito, alcune semplici riflessioni sul tipo di leadership cruciale per affrontare queste sfide in modo efficace:

Vigilanza: il panorama dei rischi è dinamico e si evolve costantemente in risposta a circostanze mutevoli, progressi tecnologici e pressioni operative. Per i leader, ciò significa impegnarsi a rimanere vigili e informati, non solo conducendo valutazioni dei rischi standard, ma anche rimanendo sintonizzati sulle tendenze e le innovazioni emergenti nel settore. I leader devono coltivare una cultura di apprendimento continuo, incoraggiando i propri team a identificare e segnalare nuovi e potenziali pericoli man mano che si presentano. Promuovendo un'etica di vigilanza, le organizzazioni possono affrontare proattivamente i rischi prima che si trasformino in conseguenze più gravi.

Responsabilità: una cultura della sicurezza non può prosperare in un ambiente in cui i protocolli, le procedure e le certificazioni esistono solo sulla carta. I leader devono garantire attivamente che le procedure di sicurezza siano parte integrante delle operazioni quotidiane, il che significa che le procedure di sicurezza devono essere

  • Chiare (procedura chiara, responsabilità altrettanto)
  • Rispettose della normativa vigente (sembra scontato, ma non lo è)
  • Conosciute (da tutti, formati e addestrati allo scopo)
  • Applicabili, (senza zone di ombra operative e/o di responsabilità)
  • Adottate regolarmente, (sono l’unico modo per operare, non ne esistono altri)
  • Vigilate (eligendo ma anche vigilando…)
  • Sottoposte a revisione periodica. (se invecchiano non migliorano come il buon vino)

Coinvolgere i lavoratori  più direttamente coinvolti nell'azione, raccogliendo le loro opinioni e feedback, è fondamentale per perfezionare tutti i processi. Grazie a questo impegno verso la responsabilità, le organizzazioni possono consolidare la fiducia e l'integrità necessarie per costruire una solida cultura della sicurezza, riducendo al minimo il rischio di lesioni gravi e omicidio colposo. (famosissimi art. 589 e 590 del Codice Penale)

Misure proattive: le organizzazioni devono aspirare ad andare oltre la mera conformità alle normative vigenti per raggiungere un'efficace gestione del rischio. I leader dovrebbero puntare a superare gli standard minimi di sicurezza e implementare misure di protezione complete che anticipino e affrontino le sfide attuali ed emergenti. Questo approccio proattivo significa incoraggiare il pensiero innovativo a tutti i livelli dell'organizzazione, consentendo ai team di fare brainstorming e implementare strategie che vadano oltre le misure di sicurezza di base. Può sembrare strano, ma è poi quello che chiede la ISO 45001 dall’ormai lontano 2018.

Team responsabilizzati: coltivare una forza lavoro motivata è essenziale per creare una solida comunità di sicurezza che condivida la riduzione complessiva dei rischi. I lavoratori  devono sentirsi a proprio agio e incoraggiati a esprimere le proprie preoccupazioni, segnalare rischi elevati e partecipare attivamente alle iniziative di sicurezza. Le organizzazioni possono promuovere la resilienza promuovendo una cultura di apertura, in cui il feedback costruttivo e la collaborazione sono incoraggiati. Team responsabilizzati e diversificati hanno maggiori probabilità di rispondere rapidamente ed efficacemente alle minacce emergenti, rafforzando la cultura della sicurezza in tutta l'organizzazione.

Precursori: comprendere i precursori, ovvero i segnali premonitori che potrebbero indicare un rischio significativo, può fornire informazioni preziose sulla minimizzazione del rischio. Questi indicatori devono essere attentamente esaminati e trattati come segnali che migliorano la protezione continua. Quando le organizzazioni identificano e interpretano correttamente questi precursori, ottengono l'opportunità di ricalibrare le valutazioni del rischio e modificare di conseguenza le strategie di riduzione. Inoltre, la collaborazione con diversi esperti esterni può offrire nuove prospettive e idee per migliorare ulteriormente l'accettabilità del rischio, solitamente non riscontrabili nelle organizzazioni basate sull'audit, a patto che siano veramente esperti.

Responsabilità etica: nonostante le numerose pressioni a cui sono sottoposti i dirigenti aziendali, in particolare vincoli finanziari o tagli di bilancio, la priorità della vita e del benessere umano deve rimanere imprescindibile. Un impegno etico nei confronti dei valori HSE dovrebbe permeare tutti i livelli del processo decisionale, garantendo che i valori organizzativi siano costantemente allineati con la priorità data al benessere dei lavoratori , della comunità locale e degli stakeholder. Ciò significa che le decisioni non dovrebbero mai essere influenzate esclusivamente da considerazioni di carattere finanziario; la sicurezza dovrebbe sempre essere la considerazione principale.

A chiudere

La leadership in ambito HSE  e nelle operazioni richiede conoscenze tecniche e coraggio per fare ciò che è giusto, anche di fronte a scelte difficili. I professionisti della sicurezza e i leader operativi hanno una responsabilità unica: comunicare con chiarezza e obiettività, consentendo all' alta direzione,  di prendere decisioni consapevoli che promuovano la sicurezza e la riduzione al minimo dei rischi nelle sfide quotidiane.

Esaminati attraverso la lente della leadership e di principi condivisi al suo interno, è fondamentale chiedersi come incidenti gravi e decessi possano essere ulteriormente mitigati attraverso una leadership più informata e coinvolta, che valorizzi senza compromessi la vita umana. 

Più di recente, i numerosi decessi di stagisti/tirocinanti/alternanza scuola-lavoro hanno evidenziato la necessità di ulteriori indagini per stabilire se questi e altri eventi simili avrebbero potuto essere significativamente attenuati – o addirittura prevenuti – attraverso, prima di tutto, precise strategie di leadership più efficaci. Infine, nell'ambito del più ampio dibattito sul rischio e delle riflessioni che ne seguono, è necessaria una valutazione cruciale per determinare se la conversazione ponga un'enfasi sproporzionata sul rischio, sottovalutando in maniera incomprensibile, il ruolo della leadership. È essenziale valutare se rischio e leadership siano ampiamente trattati come variabili indipendenti, e quando invece devono agire come dimensioni interconnesse e inscindibili all'interno dei contesti organizzativi e sociali.

Il tutto perchè ?

Anche solo per ricominciare ad avere foto di gruppo di bellissimi periodi di lavoro, piene di firme, in cui tutti i soggetti fotografati si godano vivi e vegeti, la meritata "avventura" della pensione.

COSA DICE LA LEGGE

  • Il D.Lgs. 81/2008 impone al datore di lavoro di garantire la sicurezza attraverso valutazione dei rischi, formazione, addestramento e procedure operative.
  • Gli articoli 589 e 590 del Codice Penale prevedono responsabilità penali per omicidio colposo e lesioni gravi derivanti da violazioni delle norme di sicurezza.
  • La normativa richiede applicazione sostanziale, vigilanza continua e coinvolgimento attivo dei lavoratori, andando oltre la mera conformità formale.

INDICAZIONI OPERATIVE

  1. Integrare leadership e sicurezza: inserire obiettivi di leadership nei piani HSE.
  2. Formazione mirata: introdurre moduli su responsabilità etica e decision-making.
  3. Creare canali di feedback: raccogliere opinioni dei lavoratori per migliorare procedure.
  4. Audit dinamici: analizzare precursori e trend, non solo checklist statiche.
  5. Aggiornare il DVR: includere fattori organizzativi e culturali.
  6. Promuovere vigilanza attiva: incentivare segnalazioni di anomalie e near miss.
  7. Simulazioni periodiche: testare la reattività dei team in scenari complessi.
  8. Comunicazione chiara: diffondere report sintetici e trasparenti sulle decisioni HSE.
  9. Superare la mera conformità: adottare misure proattive oltre gli standard minimi.
  10. Monitorare la leadership: valutare comportamenti e scelte dei dirigenti e dei preposti in chiave HSE.