Con la pronuncia n. 1247 del 21 gennaio 2005 la Corte di Cassazione (sez.lav.) stabilisce che la formazione non può limitarsi alla attività principale.
Nella fattispecie il lavoratore, assunto con contratto di formazione e lavoro, aveva contestato la mancata riconferma per il fatto che la formazione fornita dall'azienda si era limitata all'attività principale non rispettando quindi tutto quanto era previsto in contratto.
L'azienda si era difesa con l'assunto che quanto previsto dal contratto come formazione accessoria era di marginale importanza rispetto all'attività principale e come tale non poteva ritenersi inadempienza tale da rendere inefficace il termine previsto così da instaurare un rapporto a tempo indeterminato.
La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell'azienda precisando che nei contratti di formazione e lavoro, la formazione costituisce, per esplicito riconoscimento del legislatore, una vera e propria obbligazione del datore di lavoro, la cui inosservanza o inesatta osservanza determina la trasformazione del rapporto di formazione in rapporto a tempo indeterminato e senza vincoli di formazione, senza possibilità di opzioni alternative rimesse alla volontà del lavoratore.
In casi di questo genere il giudice deve valutare in base ai principi generali la gravità dell'inadempimento (ai sensi dell'art. 1455 cod. civ.), giungendo quindi a dichiarare la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato, e senza vincoli formativi, in tutti i casi di inosservanza degli obblighi di formazione di non scarsa importanza, e tali comunque da non poter essere sanati in tempo utile, in modo da consentire comunque la formazione del giovane nel tempo stabilito.
In questo caso la Corte ha ritenuto che i giudici di appello con motivazione logica ed adeguata, dopo avere accertato che il ricorrente non aveva ricevuto alcuna formazione in merito a quelle attività che erano chiaramente indicate nel contratto e nel progetto di formazione ed erano tali da qualificarlo professionalmente, hanno concluso che indubbiamente l'acquisizione di quelle nozioni ulteriori avrebbe consentito ai giovani di collocarsi sul mercato del lavoro con un patrimonio di conoscenze e di esperienze maggiore rispetto alla formazione in concreto necessaria per l'attività principale.