L’articolo esplora l’impatto delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale sulla sicurezza nei porti. Dalla visione artificiale ai droni, dai sensori biometrici all’analisi predittiva, le innovazioni offrono nuove opportunità ma richiedono regole chiare. Il nuovo AI Act europeo impone obblighi stringenti per i sistemi ad alto rischio, mentre l’Internet delle cose sottomarine apre scenari strategici per la gestione ambientale e la protezione delle infrastrutture.

Cosa tratta:

Nei porti italiani, la sicurezza non si misura più solo in metri di banchina o tonnellate di carico. Oggi, si gioca anche tra algoritmi, sensori e reti digitali. L’intelligenza artificiale e le tecnologie sottomarine stanno trasformando radicalmente il modo in cui si proteggono le persone, le infrastrutture e l’ambiente. Ma il quadro normativo è ancora in ritardo, e le sfide sono complesse.

Un mare di regole, tra ambiguità e frammentazione

Il dominio sottomarino è diventato uno spazio strategico per la sicurezza energetica, la protezione ambientale e la sovranità digitale. Tuttavia, la normativa che lo regola è frammentata. La Convenzione ONU sul Diritto del Mare (UNCLOS) stabilisce le regole generali, ma non contempla strumenti come i veicoli sottomarini autonomi (AUV) o le reti di sensori subacquei (IoUT). Le direttive europee (MSFD, MSP, Offshore) cercano di colmare il vuoto, ma l’attuazione italiana è lenta e dispersiva.

Tecnologie intelligenti: la sicurezza prende forma tra algoritmi e sensori

Nei porti, l’intelligenza artificiale è già realtà. Le tecnologie intelligenti stanno rivoluzionando la sicurezza sul lavoro, trasformando ambienti complessi e ad alto rischio in ecosistemi digitali monitorati in tempo reale.

Visione artificiale : Nei terminal container di Genova e Livorno, telecamere intelligenti rilevano automaticamente la caduta di un operatore, l’ingresso in aree vietate o il mancato utilizzo dei DPI. A Rotterdam, gli algoritmi apprendono dai movimenti dei lavoratori e anticipano situazioni potenzialmente pericolose.

Droni e robot : Nel porto di Ravenna, il progetto europeo UNDERSEC impiega droni subacquei e aerei per ispezioni in aree critiche. A Singapore, i droni monitorano perdite chimiche, riducendo l’esposizione diretta degli operatori.

Sensori indossabili ; A Trieste, giubbotti intelligenti monitorano la frequenza cardiaca e la temperatura corporea. A Valencia, i sensori attivano allarmi quando un lavoratore si avvicina troppo a un mezzo operativo.

Analisi predittiva: Nel porto di Anversa, algoritmi analizzano i dati di vibrazione e temperatura per prevedere guasti imminenti. A Civitavecchia, si sperimenta la manutenzione predittiva delle banchine e delle infrastrutture elettriche.

L’AI Act europeo: regole nuove per rischi nuovi

Dal 2 agosto 2025, entra in vigore l’AI Act, il primo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale. I sistemi usati per la sicurezza sul lavoro sono classificati come “ad alto rischio” e devono rispettare obblighi di conformità, trasparenza, sorveglianza umana e protezione dei dati. Le imprese portuali dovranno adeguarsi, coinvolgendo RSPP, HSE manager, IT, HR e rappresentanti dei lavoratori. L’AI Act non è solo una legge: è un’opportunità per costruire porti più sicuri, efficienti e sostenibili.

Il porto guidato dai dati: l’Internet delle cose sottomarine

L’IoUT (Internet of Underwater Things) consente di monitorare l’ambiente marino in tempo reale. Reti di sensori trasmettono dati a una stazione di superficie, creando un “gemello digitale” del fondale. Questa tecnologia soddisfa le esigenze di sostenibilità (MSFD) e sicurezza (Direttiva NIS 2), ma solleva interrogativi su governance dei dati, cybersecurity e responsabilità.

Conclusione: innovare con responsabilità

La tecnologia può rendere i porti più sicuri. Ma serve una visione strategica, che superi la frammentazione normativa e promuova una governance multilaterale. La sicurezza digitale non è un ostacolo: è il nuovo pilastro della competitività portuale.

Cosa dice la legge

  • AI Act (UE): In vigore dal 2 agosto 2025. Classifica i sistemi IA in base al rischio. Quelli per la sicurezza sul lavoro sono “ad alto rischio” e devono rispettare obblighi di conformità, sorveglianza umana, trasparenza e protezione dei dati.
  • Direttiva NIS 2: Impone misure di cybersecurity per i porti, considerati infrastrutture essenziali. Richiede gestione dei rischi, notifica degli incidenti e audit periodici.
  • UNCLOS: Regola le attività sottomarine, ma non contempla le nuove tecnologie come AUV e IoUT, generando ambiguità normative.
  • Codice della Navigazione e D.Lgs. 145/2015: Regolano la sicurezza offshore e le competenze delle Capitanerie di Porto.
  • Disegno di legge S.1146-B (Italia): Introduce obblighi di sicurezza per l’IA e aggravanti penali per reati commessi tramite sistemi intelligenti.

Indicazioni operative

Per RSPP e HSE Manager

  1. Mappare i sistemi di IA presenti e verificarne la classificazione secondo l’AI Act.
  2. Effettuare una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA).
  3. Garantire la sorveglianza umana con personale formato e autorizzato.
  4. Monitorare e registrare le operazioni dei sistemi IA.
  5. Informare i lavoratori e i RLS sull’utilizzo dei sistemi IA.
  6. Verificare la conformità alla Direttiva NIS 2 per la cybersecurity.
  7. Stipulare contratti chiari con i fornitori di tecnologia.
  8. Pianificare interventi di manutenzione predittiva.
  9. Integrare i dati ambientali e di sicurezza in un sistema centralizzato.
  10. Formare il personale su IA, cybersecurity e gestione dei dati.