Rapporto Ambiente SNPA 2025: l’Italia di fronte alla sfida climatica e ambientale
A cura della redazione
Il Rapporto Ambiente SNPA 2025 rappresenta la quinta edizione del principale strumento di reporting ambientale nazionale curato da ISPRA e dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA). Il documento raccoglie e armonizza i dati ambientali provenienti da tutte le ARPA/APPA, con l’obiettivo di fornire una visione integrata delle condizioni ambientali italiane e di supportare le politiche di sostenibilità del Paese.
Di cosa tratta:
Il Rapporto si basa sulla banca dati indicatori ambientali ISPRA e si articola in due grandi sezioni:
- la prima parte, che offre un’analisi dello stato dell’ambiente nazionale e regionale, basata su indicatori armonizzati e su un nuovo “profilo regionale” per ogni Regione e Provincia autonoma;
- la seconda parte, che raccoglie brevi focus tematici su progetti, esperienze e attività delle Agenzie ambientali, suddivisi in sei aree principali: Cambiamenti climatici, Economia circolare e gestione dei rifiuti, Ambiente e salute, Biodiversità e capitale naturale, Monitoraggio e controlli, Comunicazione ed educazione ambientale.
Di seguito analizzeremo la prima parte del documento, riportando le evidenze emerse riguardo allo stato dell'ambiente del nostro Paese.
Clima
Il 2024 è risultato l’anno più caldo in Italia dal 1961, con un’anomalia media di +1,33 °C rispetto al periodo 1991-2020, +0,1 °C rispetto al 2022 e +0,2 °C rispetto al 2023. Le temperature minime hanno segnato un aumento di +1,40 °C, mentre le massime rendono il 2024 il secondo anno più caldo dopo il 2022.
Il rapporto evidenzia la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi come ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e il progressivo ritiro dei ghiacciai, la riduzione della copertura nevosa e l’innalzamento del livello del mare.
Emissioni di gas serra
Le emissioni si sono ridotte del 26 % tra il 1990 e il 2023, passando da 521 a 384 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente, con un ulteriore calo del 6,8 % rispetto al 2022.
Nonostante il trend positivo, l’Italia non è ancora in linea con il target europeo 2030 (–43,7 % rispetto al 2005). Secondo le proiezioni ISPRA, anche con le politiche previste dal PNIEC aggiornato, la traiettoria resta distante dai livelli richiesti dal regolamento Effort Sharing.
Energia e transizione ecologica
Grazie alle politiche di incentivo e alla diffusione delle tecnologie pulite, il contributo delle fonti rinnovabili è passato da 14 Mtep nel 2005 a oltre 29 Mtep nel 2023, pari al 20,5 % del mix energetico nazionale. La quota di rinnovabili sul consumo finale lordo è salita al 19,6 %, con un incremento di 0,5 punti percentuali rispetto al 2022.
Per centrare gli obiettivi europei, il PNIEC prevede di raggiungere il 38,7 % entro il 2030, il che impone un’accelerazione negli investimenti e nelle autorizzazioni di nuovi impianti.
Economia circolare e rifiuti
Nel 2023 la produzione di rifiuti urbani ha toccato 29,3 milioni di tonnellate (+0,7 % sul 2022). La raccolta differenziata ha raggiunto il 66,6 %, superando stabilmente l’obiettivo normativo del 65 %, con miglioramenti in tutte le macroaree (+1,6 punti al Nord, +1,4 al Sud, +0,8 al Centro). La frazione organica resta la più rilevante (circa 7,5 milioni t). Permane invece un’elevata quota di rifiuti urbani smaltiti in discarica: 4,6 milioni t nel 2023 (17,3 % se calcolata con il D.Lgs. 36/2003), da ridurre al 10 % entro il 2035 secondo le direttive UE.
Qualità dell’aria
Tra il 2014 e il 2023 si registra un calo costante del particolato PM₁₀ (–2,1 % annuo medio), con il rispetto del valore limite annuale (40 µg/m³) ma superamenti giornalieri nel 12 % delle stazioni. Il PM₂,₅ mostra una riduzione generalizzata: il valore UE di 25 µg/m³ è rispettato quasi ovunque, ma il 99,7 % delle stazioni supera i limiti OMS più stringenti (5 µg/m³), segnalando che la qualità dell’aria resta ancora lontana dai livelli raccomandati per la salute.
Acque e risorse idriche
Nel ciclo di monitoraggio 2016-2021, il 78 % dei fiumi italiani risulta in stato chimico buono, il 69 % dei laghi e il 70 % delle acque sotterranee. Dal punto di vista ecologico, solo il 43 % dei corpi idrici superficiali raggiunge lo stato buono o superiore. Per le acque marine costiere, il 66 % dei corpi idrici è in stato ecologico buono o elevato, segno di un miglioramento complessivo ma con pressioni ancora significative in aree costiere e di transizione.
Rumore ambientale
Al 2023, il 64 % dei comuni italiani ha approvato il piano di classificazione acustica. Le attività di servizio e commerciali costituiscono il 57,3 % delle sorgenti controllate e presentano il 61,8 % di superamenti dei limiti; seguono le attività produttive (41,4 %) e le infrastrutture stradali (51,6 %). Le verifiche derivano nel 92,6 % dei casi da segnalazioni dei cittadini, a conferma della crescente sensibilità verso l’inquinamento acustico.
Biodiversità e consumo di suolo
L’Italia mantiene un’elevata ricchezza biologica, con oltre 6,5 milioni ha di aree terrestri protette (21,7 %) e 4 milioni ha a mare (11,6 %), ancora distanti dall’obiettivo del 30 % fissato dalla Strategia europea per la biodiversità 2030. Le specie esotiche introdotte hanno superato quota 3.650, con un ritmo di quasi 30 nuove specie l’anno nell’ultimo decennio. Il consumo di suolo nel 2024 è stato di 83,7 km² (pari a 23 ettari al giorno), con un consumo netto di 78,5 km², corrispondente a 2,5 m² al secondo, e solo 5 km² recuperati.
Conclusioni:
Il Rapporto Ambiente SNPA 2025 delinea un Paese in transizione:
- il clima cambia rapidamente e richiede misure di adattamento urgenti;
- la decarbonizzazione avanza ma è ancora lontana dai traguardi 2030;
- l’economia circolare cresce, ma la discarica resta un punto critico;
- la qualità dell’aria migliora, ma non raggiunge i livelli OMS;
- il consumo di suolo continua, minacciando biodiversità e servizi ecosistemici.
Il SNPA invita a rafforzare la conoscenza ambientale come leva di governo, potenziare il monitoraggio, e tradurre i dati in azioni politiche misurabili e coordinate.
Solo una governance integrata tra istituzioni, imprese e cittadini potrà consentire all’Italia di avanzare concretamente verso la neutralità climatica e la sostenibilità al 2050.
Il documento ufficiale è scaricabile al seguente link.
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