Rapporto ISPRA sui rifiuti speciali: passi avanti nel riciclo, ma i volumi prodotti aumentano
A cura della redazione

Pubblicata l'edizione 2025 del Rapporto Rifiuti Speciali dell’ISPRA, che fotografa l’andamento della produzione e gestione dei rifiuti industriali italiani nel 2023. Tra i dati principali l’aumento dei volumi complessivi (+1,9%) e la conferma del ruolo dominante del settore costruzioni.
Di cosa tratta:
Il rapporto fornisce un quadro completo della produzione e gestione dei rifiuti speciali in Italia. Tali rifiuti, generati da attività industriali, artigianali, commerciali, sanitarie e di servizio, si distinguono dai rifiuti urbani per origine e trattamento. I dati sono elaborati sulla base delle dichiarazioni annuali dei soggetti obbligati ai sensi dell’art. 189 del D.lgs. 152/2006.
Nel 2023, in Italia sono stati prodotti complessivamente quasi 164,5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, con un incremento dell’1,9% rispetto all’anno precedente. Questo aumento ha interrotto il calo registrato nel biennio 2021-2022 e ha coinvolto sia i rifiuti non pericolosi che quelli pericolosi.
I rifiuti non pericolosi costituiscono la stragrande maggioranza del totale: circa 154,3 milioni di tonnellate, pari al 93,8% del volume complessivo. Anche i rifiuti pericolosi, sebbene rappresentino una quota più contenuta, hanno mostrato un aumento in valore assoluto, attestandosi a 10,2 milioni di tonnellate.
Tra i settori economici, quello delle costruzioni e demolizioni si conferma come il principale produttore, con 83,3 milioni di tonnellate, ovvero oltre la metà (50,6%) dei rifiuti speciali generati. Seguono le attività di trattamento rifiuti e risanamento ambientale (23,5%) e il comparto manifatturiero (16,8%).
Dal punto di vista geografico, la produzione si concentra nel Nord Italia, responsabile del 57,2% del totale nazionale (94,1 milioni di tonnellate). Il Centro contribuisce con 28,1 milioni di tonnellate (17,1%) e il Sud con 42,3 milioni (25,7%). Tra le regioni, la Lombardia guida con quasi 36 milioni di tonnellate (21,8% del totale), seguita da Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Campania.
Il dato più incoraggiante riguarda la gestione complessiva, con un tasso di recupero di materia pari al 73%, record assoluto per l'Italia. Questo dato comprende:
- circa 80 milioni di tonnellate di inerti riutilizzati in opere stradali;
- 21 milioni di tonnellate di rifiuti metallici reimpiegati, in particolare nel comparto siderurgico;
- 7% circa di rifiuti organici recuperati (es. carta, legno).
Lo smaltimento in discarica cala dell'11,2% rispetto all'anno precedente, segnale positivo che riflette una minore dipendenza da soluzioni finali e un miglioramento nella filiera del riciclo.Nonostante i progressi, il rapporto ISPRA 2025 evidenzia criticità strutturali in alcune filiere:
- Rifiuti contenenti amianto (RCA): smaltite circa 240.000 tonnellate, ma la presenza di soli 27 impianti attivi e la concentrazione al Nord creano forti squilibri gestionali;
- Veicoli fuori uso: in calo del 3,6% rispetto al 2022 (1,09 milioni di tonnellate), ma ancora carente la capacità di recupero avanzato;
- Pneumatici fuori uso (PFU): circa 500.000 tonnellate trattate con un lieve calo (-4%), ma persistono incertezze sugli impianti di destino;
- Fanghi di depurazione reflui urbani: quantità stabile a 3,2 milioni di tonnellate, ma con limitate soluzioni impiantistiche.
Conclusioni:
Il Rapporto ISPRA 2025 conferma un sistema nazionale dei rifiuti speciali in evoluzione, ma con alcune criticità permanenti. L’aumento della produzione, seppur fisiologico, solleva interrogativi sulla sostenibilità industriale. Tuttavia, il rafforzamento del recupero di materia e la riduzione dello smaltimento in discarica rappresentano un segnale positivo.
Per maggiori approfondimenti si allegano i documenti pubblicati dall’ISPRA.
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