Rendicontazione di sostenibilità: una spinta per salute e sicurezza
A cura della redazione

Un documento dell’Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro (EU-OSHA) ci accompagna in una riflessione sull’impatto delle iniziative di rendicontazione di sostenibilità sugli aspetti di salute e sicurezza sul lavoro, considerando potenzialità e risultati già raccolti in grandi imprese.
Cosa tratta
Il Green Deal europeo ha dato il via nel 2019 ad una serie di iniziative per favorire il raggiungimento degli obiettivi posti per arrivare alla neutralità carbonica nel 2050, ma anche con lo scopo di incentivare una maggiore attenzione alla sostenibilità sociale. Per questo sono stati diversi regolamenti e direttive:
- Il Regolamento 2020/852/UE Tassonomia, sulla sostenibilità finanziaria;
- La Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) che introduce obblighi sulla rendicontazione di sostenibilità;
- Il Regolamento ESRS (European Sustainability Reporting Standards) che riporta i principi di rendicontazione di sostenibilità per l’applicazione della Direttiva CSRD;
- Il Regolamento SFDR (Sustainable Financial Disclosure Regulation) relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari;
- La Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) sugli obblighi si due diligence.
Fra queste, la Direttiva CSRD ha le potenzialità per avere l’impatto maggiore sulle politiche di salute e sicurezza: la direttiva, infatti, impone l’obbligo di elaborare il bilancio di sostenibilità ambientale, sociale e di governance ad un gruppo crescente di imprese, fino ad arrivare alle PMI.
Bilancio di sostenibilità e attenzione a salute e sicurezza
La Direttiva CSRD e il Regolamento delegato ESRS, che ne fornisce gli standard di applicazione, richiedono alle imprese coinvolte di esporsi relativamente alla loro gestione di aspetti ambientali, sociali e di governance. La normativa, quindi, spinge le imprese a implementare e perdurare in programmi di miglioramento relativi a questi aspetti, affinché la trasparenza verso i mercati diventi un vantaggio. Il Regolamento ESRS prevede standard trasversali e specifici per le tre aree:
Principi trasversali: requisiti e informazioni generali.
Standard ambientali: cambiamenti climatici, inquinamento, risorse idriche e marine, biodiversità ed ecosistemi, economia circolare.
Standard sociali: forza lavoro propria, lavoratori nella catena di valore, comunità, consumatori e utenti finali.
Governance: condotta aziendale.
Ogni impresa deve stabilire quali standard sono rilevanti ed applicabili per la propria organizzazione, attraverso un’analisi di rischi, opportunità e impatto (IRO) sulle persone nell’organizzazione e sul mondo al di fuori. Da questa analisi scaturiranno anche gli aspetti di salute e sicurezza che dovranno essere inclusi nel bilancio di sostenibilità, fra i quali il documento sottolinea:
- Consultazione e partecipazione dei lavoratori, elemento richiesto dalla normativa europea, nazionale e dagli standard per i sistemi di gestione in ambito HS;
- Valutazione dell’impatto su salute e sicurezza dell’organizzazione, delle sue strategie presenti e future, tenendo conto di aspetti come il bilancio vita-lavoro e il rischio aggressioni, come anche l’impatto che comporta sui lavoratori la transizione ecologica nell’organizzazione;
- Politiche aziendali, azioni di miglioramento e definizione di indicatori e obiettivi adeguati.
Dall’indagine condotta, emerge come l’adozione della Direttiva CSRD e del Regolamento delegato ESRS favoriscano l’attenzione alla salute e sicurezza negli ambienti di lavoro; gli eventuali rischi aggiuntivi dati dagli adempimenti di sostenibilità, che possono causare stress per aggravio di compiti e incertezza nel futuro, possono essere gestiti integrando i sistemi.
Anche assicurare un’informazione trasparente sulle strategie dell’organizzazione favorisce l’avanzamento dei piani di miglioramento della sostenibilità: informazione e formazione, infatti, costituiscono essi stessi un’azione di miglioramento della sostenibilità sociale, ma permettono anche di mitigare ostilità e critiche che possono arrivare da lavoratori e rappresentanti.
Il tutto può essere facilitato integrando la gestione degli adempimenti ESG e HS con i sistemi di gestione e sfruttando gli strumenti tecnologici a disposizione, che possono agevolare la raccolta di dati, le verifiche, il monitoraggio degli obiettivi e la rendicontazione.
Salute dei lavoratori e salute dell’ambiente
Quando si parla di sostenibilità, automaticamente si pensa alle pratiche di riduzione dell’impatto ambientale: infatti, come abbiamo visto, gli aspetti ambientali sono ampiamenti trattati dalle direttive e dai regolamenti europei citati.
La riduzione dell’inquinamento e dell’impatto ambientale ha anche effetti sia indiretti sia diretti sulla salute dei lavoratori e delle collettività: i due aspetti, quindi, hanno una forte correlazione che dà maggiore valore alle iniziative di sostenibilità.
Scegliere, ad esempio, prodotti chimici meno impattanti sull’ambiente, significa spesso scegliere anche sostanze meno pericolose per i lavoratori che le maneggiano. Allo stesso modo, ridurre gli inquinanti emessi in atmosfera ha un effetto benefico sia su chi si trova nelle immediate vicinanze (lavoratori) sia sulla comunità.
Conclusioni
Le direttive e i regolamenti UE in ambito ESG comportano nuove sfide per le imprese, ma possono costituire anche un’opportunità per ridurre l’impatto sull’ambiente e migliorare la gestione di salute e sicurezza sul lavoro, con un coinvolgimento più attento di lavoratori e altri stakeholder. I primi passi sono stati condotti dalle imprese più grandi, ma i vantaggi si potranno vedere anche sulle PMI, declinando opportunamente gli obblighi.
In allegato trovate il documento originale in lingua inglese.
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