Il Ministero del Lavoro, con un comunicato stampa del 19 novembre 2025, ha informato che, secondo il consueto report sui contratti che prevedono premi di risultato e partecipazione agli utili di impresa, ricavato dalla procedura per il deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali, relativo alla detassazione dei premi di produttività, sono oltre 5 milioni i lavoratori che ricevono in media 1.608,72 euro l’anno come premio di produttività.

Si conferma costante, quindi, l’andamento positivo nell’utilizzo dello strumento, nonostante il rallentamento registrato nel mese di novembre, da considerarsi congiunturale sul periodo in base all’osservazione anno su anno: al 17 novembre 2025, sono 19.066 i contratti depositati e attivi, il 2,8% in più rispetto al 2024. Ai premi corrisposti si applica l’aliquota di tassazione per l’imposta sostitutiva del 5%, con percentuale dimezzata a partire dalla Legge di Bilancio per il 2023 (art. 1, c. 63, della L. 197/2022). La detassazione è stata confermata nella Manovra per il 2024 (art. 1, c. 18, L. 213/2023) e sarà attiva nel triennio 2025-2027 secondo quanto disposto dalla Legge di Bilancio per il 2025 (art. 1, c. 385, L. 207/2024), salvo ulteriori interventi legislativi. La riduzione opera per i lavoratori dipendenti del settore privato, titolari di un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato e con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 80mila euro nell’anno precedente, fino a un massimo di 3mila euro lordi, incrementabili a 4mila euro nelle imprese che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.

Dei 19.066 contratti attivi, 15.591 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 12.360 di redditività, 9.687 di qualità, mentre 2.072 prevedono un piano di partecipazione e 12.076 prevedono misure di welfare aziendale.

Rispetto alla dimensione delle aziende che si avvalgono di questo strumento per riconoscere ai propri lavoratori importi aggiuntivi alla retribuzione in funzione del raggiungimento degli obiettivi, il 48% riguarda imprese con meno di 50 dipendenti. La quota restante si divide tra le aziende con almeno 100 dipendenti (37%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%). La maggior parte dei contratti, pari al 73%, si riferisce ad attività economiche con sede nel Nord Italia, il 17% al Centro e il 10% al Sud. La Lombardia è la regione con il numero più alto di contratti attivi (5.151), seguita da Emilia-Romagna (3.131) e Veneto (2.210) mentre Valle D’Aosta (31) e Molise (23) quelle con numeri più esigui.