La Corte di Cassazione Penale, con la sentenza n. 25990 dell’8 luglio 2010, ha stabilito che il datore di lavoro ha il dovere di verificare la condizione di regolarità dello straniero che occupa alle proprie dipendenze.
La Suprema Corte è intervenuta a proposito del reato di cui all’art. 22, comma 12, del D.Lgs. n. 286/1998, che punisce il datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, ovvero il cui permesso sia scaduto e del quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo, revocato o annullato.
Il datore di lavoro, nel momento in cui assume uno straniero, ha, infatti, il preciso dovere di verificare che lo stesso sia in regola, pretendendo l’esibizione dei documenti (permesso di soggiorno, passaporto, ecc.); nell’ipotesi contraria, non potrà addurre alcuna giustificazione, essendo ravvisabile, quantomeno, il dolo eventuale.