Un importante studio di EUROFOUND sostiene con forza che prevenire il disagio mentale e garantire accesso a cure di qualità sono sfide urgenti per società e imprese. Servono politiche inclusive, servizi affidabili, lotta allo stigma e uso intelligente della tecnologia. La salute mentale non è un costo: è un investimento per il futuro.

Cosa tratta :

La salute mentale è diventata una priorità globale, non solo per i sistemi sanitari ma anche per le imprese e le comunità. Migliorare il benessere psicologico della popolazione significa ridurre i costi sociali, prevenire assenze dal lavoro e aumentare la produttività. Ma come si può agire in modo concreto? Le strategie chiave sono duerevenire il disagio e garantire accesso a servizi di qualità.

Prevenire è meglio che curare

Il primo passo è affrontare i fattori che incidono sul benessere mentale: condizioni di vita e di lavoro dignitose, inclusione sociale, contrasto alla povertà e all’indebitamento, lotta alla violenza domestica, al bullismo e alla discriminazione. Anche la salute fisica gioca un ruoloromuovere attività motoria e stili di vita sani riduce il rischio di disturbi psicologici.Un aspetto spesso trascurato riguarda gli stereotipi di genere: il peso del caregiving sulle donne e il mito della “forza” maschile possono generare stress e ostacolare la ricerca di aiuto. Superare questi pregiudizi è fondamentale per un equilibrio vita-lavoro più sano.Scuole, luoghi di lavoro, servizi sociali e medici di base sono attori chiave per intercettare i segnali precoci e attivare interventi tempestivi.

Accesso a cure di qualità: una sfida ancora aperta

I servizi devono essere affidabili, rispettosi dei diritti e centrati sulla persona. Coinvolgere chi ha vissuto esperienze di disagio nella progettazione delle politiche è un passo verso servizi più efficaci. Le liste d’attesa restano un problema, ma è essenziale garantire supporto immediato per i casi urgenti e orientare le persone verso le risorse più adatte: consulenza sul debito, gruppi di auto-aiuto, terapie online. La lotta allo stigma è cruciale: la paura di discriminazioni, anche in ambiti come assicurazioni o lavoro, frena la richiesta di aiuto e aggrava il rischio di ricadute.

Tecnologia e prossimità: come colmare i vuoti

Nelle aree meno servite, la soluzione passa da servizi mobili, potenziamento della capacità dei medici di base e uso di piattaforme digitali per consulenze e percorsi terapeutici.Il digitale non sostituisce la relazione umana, ma può ridurre le barriere di accesso e accelerare la presa in carico.

Perché le aziende devono agire

Il benessere mentale non è solo un tema sanitario: incide su produttività, turnover e clima aziendale. Programmi di Employee Assistance, formazione dei manager per riconoscere i segnali di disagio e politiche di flessibilità sono strumenti che fanno la differenza.Investire in salute mentale significa ridurre assenze, migliorare la performance e rafforzare la reputazione aziendale.


Link allo studio completo : Eurofound (2025), Mental health: Risk groups, trends, services and policies, Publications Office of the European Union, Luxembourg. (lingua inglese)


COSA DICE LA LEGGE

  • Costituzione italiana: tutela della salute come diritto fondamentale (art. 32).
  • Legge 180/1978 (Legge Basaglia): chiusura dei manicomi e istituzione dei servizi territoriali di salute mentale.
  • D.Lgs. 81/2008: obbligo per il datore di lavoro di valutare tutti i rischi, compresi quelli da stress lavoro-correlato (art. 28).
  • Accordi Stato-Regioni: linee guida per la valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato.
  • GDPR e privacyrotezione dei dati sensibili relativi alla salute nei processi aziendali.
  • Convenzioni internazionali (OMS, UE)romozione del benessere mentale come parte integrante della salute pubblica.

INDICAZIONI OPERATIVE

  1. Valutazione del rischio : Integrare lo stress lavoro-correlato nel DVR con strumenti validati. Analizzare fattori organizzativi: carichi, turni, conflitti di ruolo, isolamento.
  2. Piani di prevenzione : Politiche di work-life balance (orari flessibili, smart working). Programmi di promozione del benessere (attività fisica, counseling).
  3. Formazione e sensibilizzazione : Corsi per dirigenti e preposti sul riconoscimento dei segnali di disagio. Campagne interne contro stigma e discriminazione.
  4. Supporto ai lavoratori : Attivare sportelli di ascolto o servizi di Employee Assistance. Facilitare l’accesso a psicologi e psichiatri convenzionati.
  5. Monitoraggio e miglioramento : Questionari periodici sul clima aziendale. Revisione annuale delle misure adottate.
  6. Tecnologia : Piattaforme digitali per supporto psicologico e formazione. Canali anonimi per segnalazioni e richieste di aiuto.