EUOSHA ha pubblicato un report in cui esamina i principali fattori di rischio che contribuiscono ai disturbi muscolo-scheletrici (DMS) nel settore dell’assistenza socio-sanitaria

 

Cosa tratta?

I disturbi muscoloscheletrici (DMS) sono i problemi di salute sul lavoro più diffusi nel settore della salute umana e dell'assistenza sociale, colpendo milioni di lavoratori e contribuendo all'assenteismo, alla riduzione della produttività e agli elevati costi sanitari. Il settore comprende attività di assistenza sanitaria, assistenza residenziale e assistenza sociale.

Tra i fattori di rischio più rilevanti, individuati dalla relazione troviamo:

  • elevato carico di lavoro e organizzazione dell’orario di lavoro:

o   turni notturni, digitalizzazione, carenza di personale;

o   aumento del rischio di lombalgia e affaticamento;

  • movimentazione manuale dei pazienti:

o   attività frequente e intensa, spesso senza ausili;

o   rischi aggravati da obesità e invecchiamento dei pazienti;

  • movimenti ripetitivi delle mani o delle braccia:

o   rischio più segnalato nel settore;

o   associato a tendiniti, sindrome del tunnel carpale, ecc;

  • postura di lavoro/posizioni scomode:

o   spazi ristretti, attrezzature non ergonomiche;

o   impatto su schiena, collo, spalle;

  • ambienti mal progettati e attrezzature inadeguate:

o   disposizione inadeguata delle postazioni di lavoro e scarsa progettazione ergonomica;

  • formazione inadeguata:

o   solo il 65% delle strutture forma sull’uso corretto delle attrezzature;

o   la formazione deve essere multidimensionale e contestualizzata;

  • mancanza di strategie di gestione dell'età sul posto di lavoro (invecchiamento della forza lavoro):

o   i lavoratori più anziani (50+) affrontano rischi maggiori a causa del declino della capacità fisica e dello sforzo cumulativo;

  • rischi psicosociali:

o   settore con la più alta esposizione in UE;

o   impatto su stress, burnout e aggravamento degli MSD.

Nel settore, i disturbi muscoloscheletrici sono il risultato di una combinazione complessa di fattori fisici, psicosociali e organizzativi. Il modello causa-effetto adottato nel rapporto mostra come la movimentazione dei pazienti, le posture scorrette e i movimenti ripetitivi si intreccino con carichi di lavoro elevati, orari irregolari e stress emotivo, aggravando le condizioni fisiche dei lavoratori.

La carenza di personale, la privatizzazione dei servizi e il passaggio all’assistenza domiciliare accentuano l’esposizione ai rischi, soprattutto in ambienti non adatti. Gruppi vulnerabili come donne, lavoratori anziani e migranti sono particolarmente colpiti, spesso privi di supporto ergonomico adeguato.

Il rapporto evidenzia la necessità di un approccio integrato alla prevenzione, che includa non solo interventi ergonomici, ma anche riforme organizzative e supporto psicosociale, per interrompere il circolo vizioso tra stress e disturbi muscoloscheletrici e migliorare la salute e la sostenibilità del lavoro nel settore.

 

Cosa dice la legge?

  • D.Lgs. 81/08 art. 168: movimentazione manuale dei carichi, obbligo di valutazione dei rischi e formazione specifica;
  • Linee guida INAIL e CIIP: documenti tecnici e campagne informative sulla prevenzione dei DMS;
  • Campagne EU-OSHA: come “Ambienti di lavoro sani e sicuri” (es. Alleggeriamo il carico!) che promuovono la prevenzione dei DMS con materiali divulgativi e linee guide pratiche.

 

Indicazioni operative

  • Valutazione del rischio integrata: effettuare una valutazione dei rischi che includa fattori fisici, psicosociali, organizzativi e individuali e utilizzare strumenti specifici come RULA, REBA o il TilThermometer© per analizzare posture, movimentazione e carichi.
  • Progettazione ergonomica degli ambienti: adattare gli spazi di lavoro alle esigenze degli operatori, letti regolabili, spazi ampi per la movimentazione, attrezzature ergonomiche e coinvolgere gli operatori nella progettazione e nel miglioramento degli ambienti.
  • Formazione continua e contestualizzata: offrire corsi pratici e teorici su movimentazione sicura, uso degli ausili, postura corretta e gestione dello stress.
  • Organizzazione del lavoro: favorire la rotazione delle mansioni per ridurre l’esposizione prolungata a compiti fisicamente gravosi e pianificare turni equilibrati, pause regolari e orari flessibili per favorire il recupero.
  • Supporto psicosocialeromuovere una cultura organizzativa basata sul dialogo, il riconoscimento e il supporto tra colleghi e dirigenti, allo stesso tempo, prevedere strumenti per la gestione di violenza, molestie e stress emotivo.
  • Attenzione ai gruppi vulnerabili: adottare misure specifiche per donne, lavoratori anziani, migranti, operatori domiciliari e integrare la prospettiva di genere nonchè di età nella valutazione dei rischi e nella progettazione delle soluzioni.