La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 41472 del 23 novembre 2010, ha stabilito che la mancata comunicazione, all’Inps, della variazione del nucleo familiare (separazione e poi divorzio dalla moglie) da parte del titolare dell’assegno familiare integra gli estremi del reato di truffa.
La condotta necessaria per la sussistenza del delitto di truffa, sostiene la Suprema Corte, può consistere anche nel silenzio maliziosamente serbato su alcune circostanze da parte di chi abbia il dovere di farle conoscere. Tale comportamento, infatti, se idoneo ad influire casualmente sull’erronea rappresentazione della realtà relativa ad una disposizione patrimoniale, non può ritenersi meramente passivo, ma artificiosamente orientato a determinare l’inganno.