Il settore socio-sanitario nell’Unione Europea presenta un’elevata incidenza di infortuni sul lavoro, con trend in crescita negli ultimi dieci anni. Il rapporto EU-OSHA pubblicato a novembre “Accidents at work in the Health and Social Care sector” analizza cause, tipologie di infortunio, impatti sulla salute e misure di prevenzione possibili.

Cosa tratta:

Il documento EU-OSHA affronta in modo sistematico il tema degli infortuni nei settori sanità, assistenza residenziale e sociale, che impiegano insieme oltre 21 milioni di persone in Europa. L’obiettivo è comprendere perché l’incidenza di infortuni non fatali sia così alta, delineare le tipologie più comuni e proporre strategie di prevenzione.

Nel 2022 si sono registrati 469.685 infortuni non fatali (234.202 in sanità, 125.834 in assistenza residenziale, 109.648 nel sociale) e 79 infortuni mortali. Colpisce in particolare la crescita degli infortuni non fatali, sia in numero assoluto, sia rispetto al totale degli eventi avvenuti in UE:

  • nel 2012 gli infortuni di questo tipo nel settore socio-sanitario erano stati 1.462, mentre nel 2022 il numero è passato a 2.134;
  • la quota sul totale degli infortuni non fatali in UE è passata dal 9% al 16%.

Cause e conseguenze

Gli incidenti registrati rientrano perlopiù nelle seguenti categorie:

  • Scivolamenti, inciampi e cadute (14,4% dei casi).
  • Ferite da aghi e strumenti taglienti (4,7%).
  • Violenza sul lavoro (7,6%).
  • Sovraccarico fisico (18,7%).
  • Incidenti con macchinari, esposizione a sostanze pericolose/biologiche, incidenti con veicoli.

Fra i fattori di rischio più rilevanti, l’innalzamento dell’età media dei lavoratori nel settore, la carenza di personale, i turni lunghi e talvolta massacranti, gli episodi di violenza in crescita, il mancato adeguamento delle competenze ai nuovi strumenti digitali.

L’aumento di incidenti non provoca solo effetti negativi sulla salute dei lavoratori (lesioni e stress lavoro correlato), ma comporta anche maggiori costi per le organizzazioni, aumento dell’assenteismo e un peggioramento del servizio erogato, che ha impatto sulla salute di tutta la popolazione.

Conclusioni

Il settore socio-sanitario è ad alto rischio di infortuni non fatali, con trend in crescita e forte impatto su lavoratori, organizzazioni e popolazione. La persistenza del fenomeno è legata alla combinazione di rischi fisici e psicosociali, carenze organizzative e fattori demografici. È indispensabile adottare strategie multilivello e rafforzare la cultura della sicurezza.

Indicazioni operative

  1. Aggiornare la valutazione dei rischi, includendo i rischi emergenti come il rischio aggressione e i rischi psicosociali derivanti dai cambiamenti del contesto e dalla digitalizzazione.
  2. Adottare misure tecniche di prevenzionerevedere ambienti sicuri con pavimenti antiscivolo e illuminazione adeguata, prestare attenzione ai rischi ergonomici introducendo ausili per la movimentazione dei pazienti, fornire DPI adeguati e provvedere alla manutenzione continua dei macchinari.
  3. Prevedere misure organizzativeianificare i turni per evitare sovraccarico e lavoro solitario, implementare sistemi di segnalazione e analisi dei near miss.
  4. Puntare ai comportamenti sicuri, investendo nella formazione, in particolare su ergonomia, gestione aggressioni, uso DPI e promuovendo la cultura della sicurezza con campagne e vigilanza sull’adozione delle procedure interne.
  5. Adottare piani di gestione delle emergenze che includano procedure in caso di aggressione (allarmi, protocolli con forze dell’ordine) e in caso di esposizione a sostanze biologiche e chimiche.
  6. Allocare risorse per il monitoraggio e il miglioramento continuoianificare audit regolari e promuovere la condivisione e l’adozione di buone pratiche all’interno dell’organizzazione.

 

In allegato il report completo in lingua inglese.

 

Per approfondire: “Salute muscoloscheletrica e fattori di rischio nel settore sanitario e dell'assistenza sociale”