Tecnologie come software HSE, sensori, wearables, AI, VR e droni sono oggi alla portata delle PMI e possono ridurre i rischi a maggiore impatto, se inserite in un percorso progettato allo scopo : valutazione dei rischi, selezione mirata delle soluzioni, preparazione culturale/organizzativa, business case e pilota. Il quadro italiano richiede attenzione a D.Lgs. 81/2008, privacy e controlli a distanza, ISO 45001 e AI Act. Fondi INAIL aiutano a coprire i costi. L’approccio giustoartire in piccolo, misurare, coinvolgere i lavoratori e crescere per strati.

Cosa tratta :

Investire in sicurezza non è (solo) un costo: oggi molte soluzioni digitali – dai software HSE ai sensori, dai droni alla realtà virtuale – sono diventate accessibili anche a micro e PMI. Una progettazione adeguata può offrire un metodo semplice per partire: valutare i rischi, scegliere la tecnologia giusta, preparare l’organizzazione, costruire il business case e testare con un pilota. Gli strumenti digitali in questo settore, portano spesso benefici operativi oltre alla prevenzione. Ad esempio, per le piccole e medie imprese, un singolo infortunio può rappresentare un peso economico significativo, soprattutto se si sommano i costi nascosti e la riduzione della capacità produttiva. In Italia, il costo medio di un infortunio sul lavoro può variare sensibilmente in base alla gravità dell’evento, alla durata dell’inabilità e ai costi diretti (indennità giornaliere, retribuzioni, contributi previdenziali, cure mediche) ed ai costi indiretti (Perdita di produttività, sostituzioni, formazione di nuovi lavoratori, ritardi nelle commesse, turnover, reputazione organizzazione) sostenuti da organizzazioni e Stato. Il costo medio stimato rappresenta inoltre un ordine di grandezza utile anche per ragionare in Italia sui ritorni dell’investimento.  Per il datore di lavoro le medie parlano di circa 7.500 euro per ogni infortunio, considerando una sospensione dell’attività mediamente di circa 15 giorni. Per lo Stato (INAIL e sistema pubblico in generale) invece i costi sono diversi e si parla di cifre che vanno fino a 64.000 euro per ogni incidente, includendo indennizzi, cure mediche, riabilitazione e costi amministrativi.

Perché la tecnologia conta (anche per chi ha pochi addetti).

Le soluzioni per la sicurezza si possono raggruppare in diverse famiglie:

  • piattaforme digitali di gestione (HSE/LMS),
  • dispositivi indossabili,
  • sensori fissi o mobili,
  • intelligenza artificiale e analytics,
  • training immersivo (VR/AR),
  • robotica e automazione.

Sono tecnologie scalabili e integrabili : si può partire da strumenti semplici a basso costo e crescere integrando i dati. Le barriere tipiche nelle PMI sono in primis il budget, ma anche i timori dei lavoratori,  e la grandissima difficoltà nel capire “da dove cominciare”. Con un approccio graduale e coinvolgendo il personale si superano entrambe.

L’innovazione in poche mosse.

E’ facile riassumere operazioni complesse come l’innovazione di processi ed organizzazioni in poche mosse collaudate.

1) Valutare i rischi in modo mirato

Spulciare letteralmente le sedi e gli impianti, analizzare gli infortuni (pochi)  e i near miss (tanti), usare una matrice probabilità × danno (PxD) e concentrare gli sforzi sui rischi che possono causare lesioni gravi o mortali (231/01), anche se poco o per nulla frequenti. Esempio: un bordo non protetto in quota è una priorità massima.Questa fase coincide chiaramente con il DVR richiesto dal D.Lgs. 81/2008; l’obbligo di valutazione dei rischi e le misure conseguenti sono indelegabili per il datore di lavoro.

2) Identificare le tecnologie che risolvono i problemi aziendali

Prima di comprare è importante censire tutto ciò che è presente e in uso (Hardware, smartphone organizzazione, piattaforme interne) e valuta se possono supportare segnalazioni, sopralluoghi, micro‑learning. Poi scegli soluzioni con criteri chiari: rilevanza sul rischio, efficacia dimostrata, facilità d’uso/implementazione, costi totali, scalabilità, privacy. L’esperienza fatta dalla PMI in questi anni, dimostra che riusare strumenti già familiari (es. app su telefoni, piattaforme conosciute, ecc) migliora l’adozione e l’utilizzo, rispetto ai nuovi sistemi, magari migliori, ma poco conosciuti o più complessi.

3) Preparare l’organizzazione

Coinvolgere i lavoratori prima della scelta, spiegarne le motivazioni, comunicare in trasparenza cosa misura la tecnologia e perché, nominare un preposto interno adibito alle questioni tech, e non usare mai questi strumenti in chiave punitiva. Questo aumenta fiducia e compliance, verso strumenti che in futuro saranno obbligatori oltre che necessari. Se poi una tecnologia comporta controlli a distanza (GPS, telecamere, software di monitoraggio), l’uso è ammesso solo per esigenze organizzative/produttive e poi noi di sicurezza previo accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato (art. 4 Statuto). Importante ricordare che il Garante ha sanzionato geolocalizzazioni eccessive o senza informativa adeguata: impostare minimizzazione, tempi di conservazione, DPIA riduce il rischio di illeciti.

4) Costruire il proprio business case

Mettere a confronto costi della tecnologia (acquisto, implementazione, formazione, manutenzione) con la totalità dei risparmi attesi, in termini di infortuni evitati, efficientamento (es. tempi più rapidi per ispezioni digitali), messa a norma e compliance, sanzioni evitate, produttività, non è banale.Una formula molto semplice e molto usata in questi casi può essere : Soldi risparmiati – Costo tecnologia / Costo tecnologia × 100. Anche con stime conservative, normalmente i valori dimostrano rientri sul finanziato molto molto rapidi.

5) Progettare e misurare

Definire obiettivi semplici e misurabili (es. +30% near miss in 1 anno), scegliere sempre dei gruppi test che siano più sensibili e più rappresentativi in modo da avere feedback diretti. I progetti fatti bene, hanno di norma delle timeline precise (ad es. sei mesi), in modo da raccogliere feedback sul campo, confrontare i risultati con una baseline o con un gruppo di controllo.

Standard, privacy e nuove regole sull’IA: cosa cambia per le organizzazioni

  • ISO 45001: adottare un sistema di gestione SSL aiuta ad allineare leadership, partecipazione dei lavoratori, controllo operativo e miglioramento continuo; l’appendice nazionale aiuta a raccordare lo standard con la normativa italiana.
  • AI Act (Reg. UE 2024/1689): in vigore dal 1° agosto 2024 con applicazione scaglionata. Dal 2 febbraio 2025 vietate pratiche di rischio inaccettabile (es. riconoscimento emozioni sul lavoro) e introdotti obblighi di alfabetizzazione sull’IA; dal 2 agosto 2025 regole su GPAI e governance; attuazione piena dal 2 agosto 2026. Chi usa AI in processi di sicurezza deve mappare i rischi, garantire trasparenza e supervisione umana.
  • Assistenza pubblica: i Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SPreSAL/SPSAL) delle ASL offrono vigilanza e, in molti territori, assistenza e piani mirati di prevenzione per le imprese. Coinvolgerli in fase di progetto riduce errori e tempi.


Casi e idee che funzionano

  • App per lavoratori isolatiassare da dispositivi indossabili “stand‑alone” a app su smartphone organizzazione li riduce falsi allarmi e migliora usabilità (check‑in personalizzati, allerta no‑motion, centrale 24/7). Coinvolgere gli utenti nella taratura delle soglie aumenta l’aderenza.
  • Analisi ergonomica con AI: video brevi delle mansioni generano punteggi di rischio per i distretti corporei; micro‑modifiche (es. sostituire lance spray con ugelli più corti) hanno ridotto disturbi e costo dei sinistri in modo drastico in un caso reale.
  • Droni per lavori in quota: per ispezioni e lift planning, riducono esposizione e accelerano i sopralluoghi; serve formazione e attenzione ai regolamenti aeronautici.

Come partire domani mattina (checklist essenziale)

  1. Mappa 3 rischi 231 prioritari nel DVR e definisci un obiettivo per ciascuno.
  2. Riusa ciò che hai: smartphone, moduli digitali, chat interne per segnalazioni e micro‑learning.
  3. Coinvolgi RLS e SPreSAL per un confronto preventivo su requisiti tecnici/organizzativi.
  4. Privacy by design: informativa chiara, minimizzazione dati, tempi di conservazione, valutazione d’impatto (DPIA) se necessario, e – se c’è controllo a distanza – accordo sindacale o autorizzazione ITL.
  5. Finanzia l’investimento: monitorare il Bando ISI INAIL e preparare per tempo perizie e documentazione.


COSA DICE LA LEGGE

  • Valutazione dei rischi e misure di prevenzione: il D.Lgs. 81/2008 impone al datore di lavoro (artt. 17 e 28) la valutazione di tutti i rischi e l’adozione delle misure necessarie; tra gli obblighi (art. 18) anche formazione, DPI, gestione emergenze e sorveglianza sanitaria ove prevista.
  • Controlli a distanza e geolocalizzazione: leciti solo per esigenze organizzative/produttive/sicurezza con accordo sindacale o autorizzazione ITL; obbligo di informativa e rispetto dei principi GDPR. Il Garante ha ribadito i limiti e sanzionato casi di tracciamento sproporzionato (provv. 16/01/2025 e 29/04/2025).
  • Sistemi di gestione: UNI ISO 45001 fornisce un quadro per integrare leadership, partecipazione e controllo operativo; utile per dimostrare conformità e miglioramento continuo.
  • Intelligenza artificiale: l’AI Act vieta dal 2/2/2025 pratiche a rischio inaccettabile (es. riconoscimento emozioni in ambito lavorativo) e introduce alfabetizzazione sull’IA; ulteriori obblighi su modelli GPAI dal 2/8/2025; piena applicazione dal 2/8/2026.
  • Finanziamenti: i Bandi ISI INAIL finanziano progetti di miglioramento della sicurezza (percentuali e massimali definiti di anno in anno); verifica il bando vigente e gli assi ammissibili.
  • Assistenza istituzionale: i SPreSAL/SPSAL delle ASL svolgono vigilanza e offrono strumenti/indicazioni operative e piani mirati di prevenzione.

    INDICAZIONI OPERATIVE

Progettazione e scelta :

  • Tradurre il DVR in casi d’uso tecnologicier ogni rischio 231, una misura tecnica prioritaria (es. anti‑urto con sensori di prossimità su carrelli, allarmi no‑motion per lavori isolati, tag interblocco per accessi in area critica).
  • Prediligire soluzioni plug‑and‑play e cloud per ridurre carico IT; richiedi onboarding e supporto strutturato al vendor.
  • Inserire requisiti privacy nel capitolato: minimizzazione, pseudonimizzazione/aggregazione, retention breve, esportabilità dati, DPIA, ruoli GDPR e, se serve controllo a distanza, percorso art. 4.

Implementazione “senza errori” : 

  • Imposta default sicuri: allarmi attivi, soglie conservative, aggiornamenti automatici, check pre‑uso guidati.
  • Formazione mirata e micro‑learning integrati nell’app (≤5 min) con verifica di comprensione; tracciamento su LMS.
  • Nomina un preposto per il tech per turno/reparto e pianifica riunioni brevi di feedback nelle prime 4–6 settimane.

Misura e miglioramento : 

  • Definisci KPI semplici: segnalazioni di pericolo, tempi di chiusura, near miss ripetuti, giorni di assenza; accetta che all’inizio le segnalazioni aumentino (è un segno di sistema che funziona).
  • Prepara una baseline di 6 mesi e un gruppo di confronto dove possibile; riesamina mensilmente con direzione e RLS.
  • Usa i risultati per il business case e per candidarti a Bandi ISI INAIL o incentivi regionali.

Governance e compliance : 

  • Integra requisiti ISO 45001 (leadership, partecipazione, gestione del cambiamento) nel piano di progetto.
  • Se usi AI (es. visione computerizzata per near miss o scoring ergonomico), mappa il rischio e documenta trasparenza, supervisione umana e alfabetizzazione del personale in coerenza con l’AI Act.
  • Coinvolgi SPreSAL nei progetti più impattanti (nuove linee, robotica, spazi confinati) per anticipare criticità.