La temperatura media sulla terraferma sta aumentando di anno in annourtroppo non è una frase fatta o una percezione soggettiva, ma un dato su cui le fonti più autorevoli non lasciano molti dubbi.

Le alte temperature hanno impatto sulla popolazione, inclusi coloro che si trovano sul posto di lavoro: secondo l’ILO (International Labour Organization) 2,41 miliardi di lavoratori nel mondo sono potenzialmente esposti a caldo eccessivo, circa il 70% del totale. Ciò causa circa 22,85 milioni di infortuni non mortali e quasi 19.000 morti sul lavoro ogni anno. Si stima, inoltre, che durante le ondate di calore gli incidenti sul lavoro aumentino del 17%.

L’esposizione ai raggi solari, inoltre, può aggravare le patologie provocate dal calore eccessivo e causarne altre rilevanti, come i tumori cutanei.

Gli effetti sono evidentemente significativi: ma cosa si può fare per prevenirli?

Come per qualsiasi altra tipologia di rischio, il datore di lavoro dovrà partire da una valutazione degli elementi dell’attività dell’organizzazione che aggravano l’esposizione al calore e ai raggi solari.

Le situazioni di esposizione possono essere notevolmente disparate, perciò non è possibile definire una soluzione univoca valida per tutti. Allo stesso tempo, non sempre è possibile intervenire con soluzioni tecniche o organizzative che permettano la prosecuzione dell’attività lavorativa in condizioni idonee, per cui diventano necessari altri strumenti, come gli ammortizzatori sociali.

In questo quadro, le iniziative del legislatore hanno ancora per lo più un carattere di risposta alle emergenze, come il protocollo quadro di recente emanazione da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, recepito con il Decreto ministeriale n.95 del 9 luglio 2025. Questo potrebbe diventare un primo passo verso una regolamentazione più organica della gestione di condizioni di caldo estremo, favorendo il passaggio da una risposta emergenziale ad una gestione a regime di questo rischio, sebbene ancora nei termini di parli di “emergenze climatiche”.

Inoltre, ogni anno il Ministero della salute mette in atto il Piano Caldo, che prevede in particolare il monitoraggio meteorologico e sanitario in diverse città italiane e rilascia un bollettino di allerta caldo.

In questo approfondimento cercheremo di:

  • Inquadrare la situazione attuale;
  • Capire l’urgenza di trattare i rischi da esposizione al caldo estremo e ai raggi UV;
  • Analizzare gli strumenti attualmente a disposizione per poter effettuare una valutazione dei rischi adeguata;
  • Individuare azioni di prevenzione e protezione efficaci;
  • Imparare a gestire le situazioni di emergenza.