L'INAIL, con un comunicato del 29/04/2005, ha fatto il punto delal situazione sugli infortuni sul lavoro 2004.
L' INAIL ha da sempre posto la massima attenzione nella diffusione dei dati statistici sugli infortuni sul lavoro, in particolare per quanto riguarda quelli mortali. La particolare delicatezza del fenomeno e i criteri di rilevazione e di definizione degli eventi mortali impongono, infatti, per una corretta valutazione dell'andamento reale, un periodo di consolidamento più congruo rispetto agli infortuni non mortali.
I numeri degli infortuni mortali sono infatti, dal punto di vista statistico, relativamente limitati. Quindi poche decine di casi in più (come può avvenire quando la morte dell'infortunato sopravviene in data successiva a quella dell'infortunio) possono determinare spostamenti percentualmente significativi.
Proprio per questi motivi il confronto 2004-2003 degli infortuni mortali è stato effettuato, sulla base delle esperienze storiche, tra i dati effettivi 2003 (ormai consolidati) e dati stimati per l'anno 2004 consolidato, non già con quelli effettivi 2004 (ancora incompleti e provvisori).
Tale circostanza è stata chiaramente evidenziata sia in nota alla tabella (si trattava dell'unico dato, in tutta la serie proposta, con l'evidenza "stima previsionale su dati provvisori"), sia nelle due schede di sintesi.
E' da notare infine che il dato effettivo dei casi mortali avvenuti nel 2004, rilevati al 15 marzo 2005 (data di riferimento di tutte le elaborazioni effettuate in occasione della Conferenza ILO) è precisamente pari a 1273.
Contrariamente a quanto affermato da ANMIL è del tutto evidente, pertanto, che il confronto effettuato dagli statistici INAIL è da ritenere corretto e che, anzi, il valore stimato per il 2004 (1400 casi mortali) è da considerare allo stato attuale assolutamente cautelativo e prudenziale.