La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20404 del 22 settembre 2009, ha stabilito che la contestazione disciplinare è da considerarsi tempestiva anche laddove decorra un ragionevole lasso di tempo necessario a rendere definito l'accertamento dei fatti da parte del datore di lavoro.
La regola, prevista dall'art. 7 della L. n. 300/1970, secondo cui l'addebito deve essere contestato immediatamente, va intesa, infatti, tenendo conto delle ragioni oggettive che possono ritardare la percezione o il definitivo accertamento e valutazione dei fatti contestati, specie in presenza di circostanze di fatto molto complesse che richiedano un'attenta e analitica valutazione.
In definitiva, tenendo conto che la contestazione deve essere analitica e precisa, va tutelato proprio l'interesse del lavoratore a non vedersi colpito da una contestazione avventata o imprecisa; sicché è da ritenersi ammissibile il trascorrere di un certo lasso di tempo, necessario proprio per raccogliere tutti i dati necessari a consentire una valutazione unitaria e univoca dei fatti da contestare.