La riprogrammazione delle ferie attraverso il welfare aziendale
A cura della redazione

Fermo restando il rispetto delle disposizioni di legge che regolamentano il diritto alle ferie per il lavoratore (Carta Costituzionale inclusa), al fine di soddisfare maggiormente i bisogni dei dipendenti che sempre più necessitano di dover conciliare i tempi di vita e di lavoro, senza per questo danneggiare la produttività aziendale, occorre riprogrammare il periodo feriale secondo una pianificazione ampia, ossia sfruttando anche i mesi di Giugno e Settembre.
Per agevolare questo cambiamento è opportuno che le aziende si facciano carico di potenziare il welfare aziendale, responsabilizzandosi nel mettere in condizione i lavoratori di favorire l’integrazione del lavoro con la propria vita privata.
I lavoratori, nella vita privata sono genitori ed è doveroso promuovere iniziative, in ambito scolastico e professionale, di supporto dedicate ai figli dei dipendenti, particolarmente bisognosi di aiuto nella fase post-emergenza COVID-19.
Ma i lavoratori sono anche figli e le iniziative di welfare dedicate agli anziani, in particolare in termini di assistenza durante i mesi estivi, possono essere un valido strumento per combattere le fragilità sociali e creare benessere organizzativo per l’azienda.
Pertanto una rivisitazione del piano ferie distribuita su quattro mesi anziché su due genererebbe vantaggi non solo per i lavoratori ma anche per le strutture ricettive (alberghi, residence, agriturismi, ecc.), che potranno raggiungere una migliore destagionalizzazione, un miglior presidio sul distanziamento sociale e una conseguente riduzione dei costi della vacanza.
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