Per l’attivazione di un piano welfare, nelle realtà aziendali di minori dimensioni, è sufficiente che il datore di lavoro individui un dipendente a cui assegnare il compito di curare le varie fasi di attuazione, dal monitoraggio dei bisogni dei lavoratori, fino alla corretta gestione dei flexible benefit.

La situazione si complica invece elle grandi aziende, dove il numero dei dipendenti coinvolti è particolarmente elevato.

In questo caso è necessario l’intervento e la collaborazione di diverse figure aziendali oltre al coinvolgimento di professionisti esterni.

Più precisamente, i soggetti presenti in azienda che devono essere coinvolti sono i seguenti:

  • il Responsabile Risorse Umane ed il management, che devono condividere il piano ed essere i primi a promuoverlo. Spetta a questi infatti pianificare le varie fasi di attuazione, coinvolgendo anche l’Ufficio legale e fiscale dato che i flexible benefit trovano la loro fonte normativa nel TUIR.

Sarà poi necessario interessare il Responsabile gestione cedolini (Payroll), poiché il riconoscimento di beni e servizi passerà dalle buste paga, compreso l’Ufficio di amministrazione, di cui fa parte il Responsabile della contabilità.

Poiché l’adozione di un piano welfare necessita della messa a disposizione da parte del datore di lavoro del budget necessario per coprire la spesa, farà parte della partita anche il Responsabile dell’Area Finanza.

Se si intende attivare delle convenzioni con strutture esterne che erogano servizi ai dipendenti, il compito dovrà essere svolto dai Responsabili della Comunicazione, che avranno l’obbligo anche di tenere anche i rapporti con i dipendenti.

Infine, se il riconoscimento dei flexible benefit avviene attraverso un portale internet, dovrà essere coinvolto anche il Responsabile IT, che deve sviluppare o gestire la piattaforma internet dedicata.