INAIL ha pubblicato il rapporto 2025 proveniente dal sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali e gravi Infor.MO

 

Cosa tratta?

Nel Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 è prevista la valorizzazione dei sistemi di conoscenza sui rischi e danni da lavoro. Tra questi, il sistema di sorveglianza Infor.MO, frutto della collaborazione tra Inail, Regioni e Dipartimenti di prevenzione delle ASL, consente di monitorare infortuni gravi e mortali, fornendo dati utili alla programmazione di interventi mirati per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro.

La banca dati di Infor.MO ad oggi è costituita da oltre 11.000 infortuni registrati dal 2002 (poco meno di 7.000 con esito mortale) ai quali sono associati, tramite il modello di analisi multifattoriale, quasi 21.000 fattori causali. Le elaborazioni che seguono si riferiscono all’ultimo decennio di dati consolidati 2013 – 2022, sono esclusi dalle analisi gli infortuni 2023 e 2024 (per i quali i dati sono ancora parziali).

Le analisi trattano distintamente gli infortuni mortali e gravi e riguardano le caratteristiche dei lavoratori coinvolti, le modalità di accadimento e i fattori causali accertati.

Nel periodo indicato si sono registrati 2.379 infortuni mortali, dall’analisi emerge che quattro sono i settori con la maggiore incidenza, in ordine, Agricoltura, silvicoltura e pesca (29,9%), Costruzioni (26,4%), Attività manifatturiere (17,2 %), Trasporto e magazzinaggio (7,5%).

Rispetto alla dimensione aziendale, si rileva che oltre il 42% degli infortuni mortali riguarda le microimprese (fino a 9 addetti).

Per quanto concerne l’anzianità nella mansione, il 61% dei lavoratori aveva un’esperienza di oltre 3 anni mentre il 10,7% degli infortunati svolgeva la propria mansione da meno di un anno.

Un altro dato caratteristico è quello del rapporto di lavoro, quote non trascurabili riguardano, i lavoratori irregolari (8,4%) e di pensionati (8,3%).

I lavoratori maggiormente coinvolti in episodi infortunistici sono prevalentemente italiani (84,1%), seguiti da quelli originari della Romania (4,0%).

In merito alla natura della lesione riportata dagli infortunati, si segnalano in maniera significativa sia lo schiacciamento (41,3%) che le fratture (34,5%).

In relazione all’incidente si evidenzia una percentuale del 30,8% di casi di cadute dall’alto o in profondità dell’infortunato seguita dal 19% di eventi per variazione nella marcia di un veicolo (fuoriuscita dal percorso previsto, ribaltamento, investimento, ecc.) e dalle cadute dall’alto di gravi (12,7%).

Per quanto riguarda gli infortuni gravi, le registrazioni arrivano a 2.202, di cui, i 3 settori maggiormente rappresentati sono, Attività manifatturiere (34,7%), Costruzioni (26,7%) e Agricoltura, silvicoltura e pesca (13,4%). Rispetto ai casi mortali, i gravi si caratterizzano per incidenti avvenuti per contatto con organi lavoratori in movimento.

 

Quando?

Pubblicazione del 4 settembre 2025.

 

Indicazioni operative

Alla luce dell’analisi delle modalità di accadimento e dei principali fattori causali degli infortuni mortali e gravi, risulta fondamentale tradurre le evidenze emerse in azioni concrete e mirate. Le seguenti indicazioni operative sono pensate per supportare aziende, responsabili della sicurezza e lavoratori nell’adozione di strategie efficaci di prevenzione, con l’obiettivo di ridurre significativamente il rischio di incidenti sul lavoro e promuovere una cultura della sicurezza diffusa e partecipata.

  1. Analisi sistematica degli incidentiromuovere la raccolta e l’analisi dettagliata di tutti gli infortuni, anche quelli “mancati” (near miss), per individuare tempestivamente le cause ricorrenti e i fattori di rischio latenti.
  2. Formazione mirata e continua: rafforzare i programmi di formazione e aggiornamento del personale, con particolare attenzione alle situazioni operative più a rischio e alle procedure di emergenza.
  3. Valutazione e gestione dei rischi: integrare la valutazione dei rischi con strumenti dinamici e partecipativi, coinvolgendo attivamente i lavoratori nell’individuazione delle criticità e nella proposta di soluzioni.
  4. Sorveglianza e manutenzione delle attrezzature: garantire controlli periodici e manutenzione programmata di macchinari, impianti e dispositivi di protezione, per prevenire guasti e malfunzionamenti che possono causare incidenti gravi.
  5. Promozione della cultura della sicurezza: favorire la diffusione di una cultura aziendale orientata alla prevenzione, alla responsabilizzazione individuale e alla collaborazione tra tutti i livelli dell’organizzazione.
  6. Monitoraggio e revisione delle procedurerevedere un monitoraggio costante dell’efficacia delle misure adottate e una revisione periodica delle procedure operative, adattandole all’evoluzione dei processi produttivi e delle normative.