L'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha presentato una proposta di restrizione a livello europeo per alcune sostanze a base di cromo esavalente (Cr(VI)), una delle categorie di agenti cancerogeni più pericolose per la salute dei lavoratori, della popolazione generale e per la sicurezza ambientale. La proposta, su richiesta della Commissione europea, mira a rafforzare la protezione della salute dei lavoratori e dei cittadini, riducendo l'esposizione a un noto cancerogeno attraverso l'applicazione del Regolamento REACH.

Di cosa tratta:

Il cromo esavalente (Cr(VI)) è ampiamente utilizzato in processi industriali come la galvanotecnica, la formulazione di primer e trattamenti superficiali anticorrosione. Tuttavia, l’esposizione a queste sostanze è collegata a tumori polmonari e intestinali, in particolare per i lavoratori coinvolti nei processi produttivi e la popolazione circostante agli impianti industriali.

La proposta include un divieto generale d’uso delle sostanze a base di Cr(VI), ad eccezione di alcuni usi industriali altamente controllati che garantiscono il rispetto di determinati limiti di esposizione professionale e emissione nell’ambiente, come:

  • Formazione di miscele;
  • Galvanotecnica su substrato plastico;
  • Elettrodeposizione su substrato metallico;
  • Uso di primer e altri impasti;
  • Altri trattamenti superficiali;
  • Additivi funzionali/ coadiuvanti di processo;

Questa proposta di restrizione arriva in seguito ad una richiesta della Commissione Europea del settembre 2023, aggiornata poi nel maggio del 2024.

Impatti attesi

  • L’ECHA ha valutato i rischi che tali sostanze a base di CR (VI) comportano, ma anche l’impatto socio-economico delle eventuali restrizioni.Secondo le stime ottenute la restrizione potrebbe:
  • Evitare fino a 195 casi di cancro all’anno;
  • Prevenire il rilascio ambientale di 17 tonnellate di Cr(VI);
  • Generare benefici economici compresi tra 331 milioni e 1,07 miliardi di euro nei prossimi 20 anni.

Tuttavia, si prevedono anche costi rilevanti per l’adeguamento industriale, stimati tra 314 milioni e 3,23 miliardi di euro. Tali costi comprendono l’introduzione di misure di contenimento, la sostituzione delle sostanze e le potenziali chiusure o delocalizzazioni di attività produttive.

I prossimi step

Dal 18 giugno 2025 sarà attiva una consultazione pubblica di sei mesi, aperta a tutte le parti interessate, che potranno presentare osservazioni supportate da dati. Inoltre, l’ECHA organizzerà una sessione informativa online per illustrare la proposta e il processo di consultazione.

Successivamente, i comitati scientifici dell’ECHA esamineranno i contributi ricevuti e valuteranno la proposta di restrizione.

Infine, sarà la Commissione europea, insieme agli Stati membri, a decidere sull’adozione della restrizione.

Per maggiori approfondimenti vedi anche Il Cromo VI sarà soggetto a ulteriori restrizioni