Sostanze pericolose: valori limite e valori di riferimento
A cura della redazione

INAIL ha pubblicato una scheda informativa che analizza le definizioni dei molteplici valori di concentrazione delle sostanze
Cosa tratta?
Il primo valore di concentrazione che andiamo a definire è il VLEP, ovvero il “limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell’aria all’interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento” (TUSSL, Titolo IX, art. 222 Comma d). I VLEP, od Occupational Exposure Limit Values (OELVs), sono adottati dall’Ue e definiti nella Direttiva agenti chimici (CAD) e nella Direttiva agenti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione (CMRD). Per gli agenti chimici del Capo I del Titolo IX del TUSSL, un primo elenco di VLEP è riportato nell’Allegato XXXVIII, mentre per i cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione (categoria 1A o 1B, agenti CMR) del Capo II del Titolo IX, l’elenco è riportato nell’Allegato XLIIII. Le sostanze tossiche per la riproduzione, inoltre, vengono differenziate con l’indicazione “sostanza con soglia” o “sostanza priva di soglia”, in pratica, si tratta delle sostanze per le quali è stata individuata una concentrazione di esposizione inalatoria al di sotto della quale non si osservano effetti sulla salute del lavoratore (sostanze con soglia), oppure delle sostanze per le quali non è possibile individuare un livello di non effetto (sostanze prive di soglia).
Il VLB invece, è “il limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di effetto, nell’appropriato mezzo biologico” (d.lgs. 81/2008 s.m.i., Titolo IX, Art. 222 Comma e) in inglese Biological Limit Value (BLV). VLB possono riferirsi alla dose assorbita (indicata dall’agente tal quale o da un suo metabolita) o all’effetto (misura della risposta biologica dell’organismo determinata dall’esposizione alla sostanza chimica) nell’appropriato mezzo biologico, esempio sangue, urina, aria espirata ecc. Un primo elenco di VLB è riportato nell’Allegato XLIIIBIS del Capo II, Titolo IX del TUSSL.
Il VRA, il valore di riferimento ambientale per la popolazione generale è un riferimento utile per valutare il contributo all’esposizione imputabile all’attività lavorativa nel caso di un inquinante ubiquitario, ovvero non esclusivo dell’ambiente di lavoro. È un valore di concentrazione di una sostanza aerodispersa, risultato di una misurazione. Il VRA può essere ricavato dai dati di concentrazione ambientale degli inquinanti monitorati a livello territoriale dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (Arpa).
Il VRB è il livello di un agente chimico o di un suo metabolita misurato in una matrice biologica della popolazione generale. Permette di verificare se esposizioni anomale siano occorse nell’ambiente di vita. Inoltre, in analogia al VRA, è utile per valutare il contributo all’esposizione dovuto all’ambiente di lavoro. Un primo elenco di VRB è disponibile dalla Società italiana dei valori di riferimento (Sivr).
Il DNEL (Derived No-Effect Level) è il livello di esposizione a un agente chimico al di sotto del quale non si prevedono effetti negativi sulla salute umana, mentre il DMEL (Derived Minimal Effect Level) è il livello che potrebbe causare un minimo effetto. Introdotti dal Regolamento REACH, possono coesistere diversi DNEL/DMEL, distinti per lavoratori o popolazione generale, per via di esposizione (inalatoria, cutanea e ingestione), per tipologia di effetto.
Quando?
Fact sheet del 28 luglio 2025.
Indicazioni operative
Figura 1Tratta dalla fact sheet INAIL
L’analisi delle diverse tipologie di valori di concentrazione delle sostanze chimiche — VLEP, VLB, VRA, VRB, DNEL e DMEL — evidenzia la complessità e la multidimensionalità della valutazione dell’esposizione professionale. Ogni valore risponde a esigenze specifiche: dalla verifica della conformità normativa (VLEP, VRA) alla protezione della salute attraverso il monitoraggio biologico (VLB, VRB), fino alla gestione del rischio chimico in ambito europeo (DNEL, DMEL).
Questa pluralità di riferimenti normativi e scientifici richiede un approccio integrato e consapevole, che tenga conto non solo dei limiti quantitativi, ma anche del contesto operativo, delle caratteristiche degli agenti chimici e della variabilità individuale. Solo attraverso una lettura coordinata di questi parametri è possibile garantire una protezione efficace della salute dei lavoratori e una gestione responsabile del rischio chimico nei luoghi di lavoro.
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